EUGENIO MONTALE
DI UN NATALE METROPOLITANO
Londra
Un vischio, fin dall'infanzia sospeso grappolo
di fede e di pruina sul tuo lavandino
e sullo specchio ovale ch'ora adombrano
i tuoi ricci bergère fra santini e ritratti
di ragazzi infilati un po' alla svelta
nella cornice, una caraffa vuota,
bicchierini di cenere e di bucce,
le luci di Mayfair, poi a un crocicchio
le anime, le bottiglie che non seppero aprirsi,
non più guerra né pace, il tardo frullo
di un piccione incapace di seguirti
sui gradini automatici che ti slittano in giù…
(da La bufera e altro, 1956)
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Entriamo in atmosfera natalizia con una serie di poesie dedicate alla festa più sentita dell’anno. Ecco per primo il Premio Nobel Eugenio Montale (1896-1981) raccontare in versi questo suo Natale di città – Mayfair è la zona centrale di Londra: è in effetti la descrizione di una stanza abbandonata dove risaltano un po’ come le gozzaniane “buone cose di pessimo gusto” caraffe vuote, posacenere pieni, ciotole dove sono rimaste solo bucce. La scena poi si sposta all’aperto, dove si muovono anime così simili a quelle bottiglie non aperte: la scala mobile le accoglie, infilandole nel covo della metropolitana.
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IMMAGINE © CRAZY-FRANKESTEIN.COM
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LA FRASE DEL GIORNO
Perdiamo il Natale perché non sappiamo più cos’è, al di là d’ogni contingenza.
SALVATORE MANNUZZU, Avvenire, 22 dicembre 2008
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