WISLAWA SZYMBORSKA
DEL NON LEGGERE
In libreria con l’opera di Proust
non ti danno un telecomando,
non puoi cambiare
sulla partita di calcio
o sul telequiz con in premio una volvo.
Viviamo più a lungo
ma con minor esattezza
e con frasi più brevi.
Viaggiamo più veloci, più spesso, più lontano
e torniamo con foto invece di ricordi.
Qui sono io con uno.
Là, credo, è il mio ex.
Qui sono tutti nudi,
quindi di certo in spiaggia.
Sette volumi - pietà.
Non si potrebbe riassumerli, abbreviarli
o meglio ancora mostrarli in immagini?
Una volta hanno trasmesso un serial, la bambola,
ma per mia cognata è di un altro che inizia con la P.
E poi, tra parentesi, chi mai era costui.
Scriveva, dicono, a letto, per interi anni.
Un foglio dopo l’altro,
a velocità ridotta.
Noi invece andiamo in quinta
e - toccando ferro - stiamo bene.
(da Qui, 2009 - Traduzione di Piero Marchesani)
.
Saltando annoiato da un canale all’altro una domenica sera di qualche settimana fa, mi sono imbattuto nello scempio di Anna Karenina fatto da una fiction Rai. E, meditando sul fatto che in Italia per rendere digeribile al grande pubblico un’opera letteraria occorre renderla simile a una telenovela di infimo grado, mi sono ricordato di questa poesia di Wislawa Szymborska. La poetessa Premio Nobel polacca fotografa con precisione quest’ansia di velocità, questa voglia di fare in fretta e di bruciare ogni cosa rapidamente che assale da tempo la nostra società. Si va in un posto per farcisi le fotografie e pubblicarle poi sui social network, si guarda la televisione senza resistere troppo a lungo su un programma, si è instaurata una dittatura del tempo che stringe per poi passare lunghi spot pubblicitari. Figurarsi leggere la Recherche di Marcel Proust, sette volumi! Già le ottocento pagine di Anna Karenina hanno dovuto essere trasformate in un insopportabile polpettone melodrammatico.
SCENA DA “LE TEMPS RETROUVÉ” DI RAUL RUÍZ © GEMINI FILMS/FRANCE 2
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LA FRASE DEL GIORNO
Il leggere rende un uomo completo; il parlare lo rende pronto; e lo scrivere lo rende preciso.
FRANCIS BACON, Saggi
2 commenti:
Che tristezza... la maggior parte delle persone non sanno nemmeno più leggere!
Federica
e non solo: questo genera ignoranza che a sua volta genera altra ignoranza
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