La poesia ha quasi sempre un tessuto umanistico alle spalle. Giova allora che vi si getti lo sguardo anche da punti di vista differenti. È il caso di Bruno Galluccio, napoletano laureato in Fisica e attivo nel campo delle telecomunicazioni e dei sistemi spaziali, all’esordio nella poesia con la raccolta Verticali, edita da Einaudi in questo 2009. Il linguaggio si svecchia, si arricchisce con l’apporto di analogie dal mondo matematico: ne deriva un’interpretazione della realtà che non risulta, come si potrebbe pensare, artefatta, dominata dai rigidi canoni scientifici, ma sorprendentemente onirica, visionaria. I teoremi del vivere non sono facilmente risolvibili, anzi, talora il postulato è impossibile da dimostrare…
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da Verticali, Einaudi, 2009
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il gelo bruca
i residui della notte nostra
il sogno sfrangiato sul bordo
dell’essere ancora vivi
tra poco è l’alba
noi siamo la nostra attesa
la ferita della vetrata non aperta
il rimorso che accomuna
l’aprire e il non aprire
minima gemi come acqua
tu ormai nel costato del sonno
deposta la tua parte di attesa
hai varcato il millimetro dell’abbandono
e io veglio anche
per il tuo lembo di indicibile
mentre la luce massacra l’ombra
sul lato rovescio del pensiero
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*
esercizio lungimirante
fare calcoli sulle parti
riflettere su rimanenze
addentrarsi tra le parentesi
(sospendendo quel che premeva fuori)
e dire così addio all’eden degli interi
e impariamo che non possiamo sommarci subito
ma dobbiamo prima denominarci comunemente
conoscere la minima essenza condivisa
che ci moltiplichi
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*
bacato il telo che avvolge le ossa
le tue le mie
già ansimanti
al primo impennarsi dell’autunno
più nude
lungo il secondo respiro della neve
è tardi è ieri
esse nell’istante emergono
in declinazione singolare
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Immagine © APK
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LA FRASE DEL GIORNO
Il binomio di Newton è bello come la venere di Milo, peccato che pochi se ne accorgano.
FERNANDO PESSOA, Il poeta è un fingitore
3 commenti:
Leggere queste liriche mi brucia il cuore...
M.
La poesia talvolta ha di questi effetti...
MATEMMATICO
…non vi è certezza del futuro
e quindi applichiamo l’unico progetto
di essere,
UOMINI ERRANTI…
Uno
(Io, essere umanoide)
+
Ottanta
(Ho tanta esigenza)
_
Sei
(Tu sei odissea degli anni)
:
Quindici
(E quindi ci rivisiti)
=
Quattro o Cinque?
(C’è altro o attro?)
Cioè,
Io
Essere umanoide
Ho tanta esigenza
E tu sei
La mia odissea degli anni
E quindi
Mi rivisiti la sapienza.
La scienza e l’innocenza
X moltiplicazioni
Assenti o viventi.
©
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
2010 impronte…
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