SANDRO PENNA
LA VENETA PIAZZETTA
La veneta piazzetta,
antica e mesta, accoglie
odor di mare. E voli
di colombi. Ma resta
nella memoria - e incanta
di sé la luce - il volo
del giovane ciclista
vòlto all'amico: un soffio
melodico: «Vai solo?»
(da “Poesie”, 1939)
.
Sandro Penna, tra i nostri poeti, è il più vicino agli antichi alessandrini, ai frammenti dell’Antologia Palatina. Certamente per l’eros omosessuale che fa da sfondo a tutte le sue poesie, ma altresì per il candore ingenuo, per la spontaneità che trasudano dai suoi versi. “La veneta piazzetta” rappresenta bene questa limpidezza poetica, sin dall’anonimo paesaggio che conferisce grazia all’elemento scenografico: il giovane ciclista – personaggio dei ceti popolari come tutti quelli che appaiono nei versi di Penna – è come un grido che squarcia il silenzio e la tranquillità della piazza, è il “segno” che resterà nella memoria, la voce della poesia che chiama con il suo tono malinconico.
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Edward Hopper, “Bicycle rider”
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia... Ha bruciato la giovinezza di Saffo e la canizie di Goethe... Farmaco - dicevano i greci - veleno e medicina.
UMBERTO ECO, Il pendolo di Foucault
Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977), poeta italiano. Con toni epigrammatici, le sue poesie esprimono spesso un’intenso desiderio sensoriale di vita talora malinconico e cantano l’amore omosessuale (“Poeta esclusivo d’amore”, si definì egli stesso).
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