Una passante, una donna qualunque e sconosciuta che spicca nella folla anonima per un “quid”, per la sua bellezza, per un gesto d’ammaliatrice, per la semplice andatura resa affascinante dai tacchi alti… I poeti ne sono folgorati: li attira la fugace casualità dell’incontro, la consapevolezza che probabilmente quella donna, passata come un lampo nelle loro vite, non la si rivedrà più…
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RICCARDO BACCHELLI
UNA DONNA
Il viso d'una donna, i biondi lineamenti,
i suoi occhi liquidi nell'intatta e calma
forma, la bellezza vi si riconosce e la sensualità
ne emana come appetire una pesca. Tra la gente,
al sole, apparsa e sparita se n'è andata.
(da Poemi lirici, 1914)
CHARLES BAUDELAIRE
A UNA PASSANTE
Ero per strada, in mezzo al suo clamore.
Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l'orlo della sua veste sollevò con la mano.
Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle
d'una scultura antica. Ossesso, istupidito,
bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.
Un lampo... e poi il buio! - Bellezza fuggitiva
che con un solo sguardo m'hai chiamato da morte,
non ti vedrò più dunque che al di là della vita,
che altrove, là, lontano - e tardi, e forse mai?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
so che t'avrei amata, e so che tu lo sai!
(da I fiori del male, 1857)
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ANTOINE POL
LE PASSANTI
Voglio dedicare questa poesia
a tutte le donne che si amano
per pochi istanti segreti,
a quelle che si conoscono appena,
che un destino diverso trascina via
e che non si ritrovano mai.
A quella che si vede apparire
un secondo alla sua finestra
e che, subito, svanisce
ma la cui svelta figura
è così esile e graziosa
che se ne resta illuminati.
Alla compagna di viaggio
i cui occhi, splendido paesaggio,
fanno sembrare corto il tragitto;
che si è i soli, forse, a capire
e che si lascia tuttavia scendere
senza averle sfiorato la mano.
A quelle che sono già prese
e che, vivendo ore grigie
con un uomo troppo diverso,
vi hanno, inutile follia,
lasciato vedere la malinconia
di un avvenire disperato.
Care immagini scorte,
speranze deluse d'un giorno,
sarete domani dimenticate;
per poco che la felicità sopraggiunga
è raro che ci si ricordi
degli episodi del viaggio.
Ma, se si è fallita la vita,
si sognano con un po' d'invidia
tutte queste felicità intraviste,
i baci che non si è osati prendere,
i cuori che ci devono attendere,
gli occhi che non si sono più rivisti.
Allora, nelle sere di stanchezza,
riempiendo la solitudine
con i fantasmi del ricordo
si rimpiangono le labbra assenti
di tutte queste belle passanti
che non abbiamo saputo trattenere..
(da Emozioni poetiche, 1918)
UNA NOTA: per chi avesse riconosciuto nella poesia di Antoine Pol una splendida canzone di Fabrizio De André: ebbene sì, è la stessa poesia, tradotta da Faber in modo da adeguarla alla musica.
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LA FRASE DEL GIORNO
Il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando.
MURIEL BARBERY, L’eleganza del riccio
Antoine Pol (Douai, 23 agosto 1888 – Seine-Port, 21 giugno 1971), poeta francese. Capitano d'Artiglieria, in seguito lavora nelle miniere di carbone dell'Alsazia. Per tutta la vita coltiva la sua grande passione: la poesia. La sua notorietà, sostanzialmente postuma, è dovuta soprattutto alla poesia Le passanti.
2 commenti:
Complimenti, bel blog.
Grazie, stella
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