GIUSEPPE UNGARETTI
SENZA PIÙ PESO
Per un Iddio che rida come un bimbo,
Tanti gridi di passeri,
Tante danze nei rami,
Un'anima si fa senza più peso,
I prati hanno una tale tenerezza,
Tale pudore negli occhi rivive,
Le mani come foglie
S'incantano nell'aria…
Chi teme più, chi giudica?
(da Sentimento del Tempo, Vallecchi, 1933)
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Compare in questi versi uno dei temi ricorrenti nella poetica di Giuseppe Ungaretti: la nostalgia dell'innocenza perduta. Il ritorno in quello che è una sorta di Paradiso perduto, un giardino evidentemente, riporta la leggerezza nell'anima, anche le parole sembrano farsi più leggere e trasparenti in questo contatto con la natura, con l'essenza stessa del divino.
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CLAUDE MONET, "FIORI SULLA RIVA DELLA SENNA VICINO A VETHEUIL"
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LA FRASE DEL GIORNO
Figlia indiscreta della noia, / memoria, memoria incessante, / le nuvole della tua polvere, / non c'è vento che se le porti via? // Gli occhi mi tornerebbero innocenti,/ vedrei la primavera eterna.
GIUSEPPE UNGARETTI, Sentimento del Tempo.
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.
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