VICENTE ALEIXANDRE
VITA
Un uccello di carta nel petto
dice che il tempo dei baci non è giunto;
vivere, sì, fruscia invisibile,
uccelli o baci, tardi o presto o mai.
Un lieve suono basta per morire,
quello di un altro cuore che tace,
o il grembo estraneo che sopra la terra
è una nave dorata per i biondi capelli.
Testa dolente, tempie d’oro, sole che tramonta;
giaccio nell’ombra sognando di un fiume,
giunchi di verde sangue che ora nasce,
sogno chino su di te calore o vita.
(da La distruzione o amore, 1935 - Traduzione di Francesco Tentori Montalto)
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Il poeta spagnolo Vicente Aleixandre riveste di surrealismo il suo stato d’animo, l’io che emerge dal profondo a suggerire che sì, l’amore è la sola forza che sostiene l’essere e quindi è fonte di vita, ma è raggiungibile solo con la dissoluzione dello stesso essere e la creazione di un nuovo elemento: “Vieni, fuggiamo quieti come l’amore; / vita come il calore che è tutto il mondo solo, / la musica soave che trema sotto i piedi, / mondo che unico vola con la luce di un astro vivo, / come un corpo o due anime”.
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FOTOGRAFIA © ENNELISE/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Amare, amare, chi non ama se è nato? / Chi ignora che il cuore ha spigoli, / ha forma, è tangibile alle mani, / ai baci nascosti quando non si piange mai?
VICENTE ALEIXANDRE, La distruzione o amore
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Vicente Aleixandre (Siviglia, 26 aprile 1898 – Madrid, 14 dicembre 1984), poeta spagnolo della Generazione del’27, passò dall’iniziale Surrealismo a una visione antropocentrica. Fu insignito del Premio Nobel nel 1977. “per un'opera di creazione poetica innovativa che illustra la condizione dell'uomo nel cosmo e nella nostra società attuale”.
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