CARL SANDBURG
MAZZI
Ho pensato a spiagge, campi,
lacrime, risate.
Ho pensato a case costruite –
E spazzate via.
Ho pensato agli incontri e per
ogni incontro un arrivederci.
Ho pensato a stelle che vanno da sole,
a rigogoli in coppia, tramonti in goffe
morti malinconiche.
Ho voluto lasciarmi andare e passare verso
la prossima stella, un'ultima stella.
Ho chiesto che mi sia lasciata
qualche lacrima e qualche risata.
(da Buongiorno, America, 1928)
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C’è un racconto di Dino Buzzati, I giorni perduti, in cui un uomo carica dal giardino di una casa numerose casse su un camion: sono appunto “ I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi, vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti, ancora gonfi. E adesso?”. Simili sono i mazzi di pensieri del poeta statunitense Carl Sandburg: ogni fardello racchiude le stagioni della vita.
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FOTOGRAFIA © JOANNA KOSINSKA/UNSPLASH
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LA FRASE DEL GIORNO
Ieri è andato. Domani non arriva mai. Oggi è qui. Se non sai cosa fare, siediti e ascolta. Potresti sentire qualcosa. Nessuno lo sa.
CARL SANDBURG, Accessori
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Carl Sandburg (Galesburg, Illinois, 6 gennaio 1878 – Flat Rock, North Carolina, 22 luglio 1967), poeta statunitense. Nella sua poesia, in cui è costante il richiamo ai principi della solidarietà democratica, l’evidenza delle immagini e l'andamento discorsivo creano un linguaggio sperimentale, giocato sui contrasti e sulla vivacità della scansione.
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