MARIO BENEDETTI
DIFESA DELL’ALLEGRIA
a Trini
Difendere l’allegria come una trincea
difenderla dallo scandalo e dalla routine
dalla miseria e dai miserabili
dalle assenze transitorie
e da quelle definitive
difendere l’allegria come un principio
difenderla dallo stupore e dagli incubi
dai neutrali e dai neutroni
dalle dolci infamie
e dalle gravi diagnosi
difendere l’allegria come una bandiera
difenderla dal fulmine e dalla malinconia
dagli ingenui e dalle canaglie
dalla retorica e dagli arresti cardiaci
dalle endemie e dalle accademie
difendere l’allegria come un destino
difenderla dal fuoco e dai pompieri
dai suicidi e dagli omicidi
dalle vacanze e dalla fatica
dall’obbligo di essere allegri
difendere l’allegria come una certezza
difenderla dall’ossido e dal sudiciume
dalla famosa patina del tempo
dall’insolenza e dall’opportunismo
dai prosseneti della risata
difendere l’allegria come un diritto
difenderla da Dio e dall’inverno
dalle maiuscole e dalla morte
dai cognomi e dalle pene
dal caso
e anche dall’allegria.
(da Quotidiane, 1979 – Traduzione di Raffaella Marzano)
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Il poeta uruguaiano Mario Benedetti ha le idee chiare: occorre difendere l’allegria, difendere la gioia, dovrebbe essere lo scopo della vita; lottare per preservarla dai nemici esterni e da quelli interni, sempre in trincea contro la tristezza e la malinconia, contro le assenze, contro ciò che ci può abbattere, venendo a volte a compromessi ed evitando che il suo eccesso possa esserci nocivo.
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FOTOGRAFIA © THEVIRTUAL DENISE
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LA FRASE DEL GIORNO
Se a uno / danno / bastoni da ciechi / l’unica / risposta efficace / è dare / bastoni / da vedente.
MARIO BENEDETTI, Quotidiane
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Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano. Figlio di immigrati italiani, fece parte della Generazione del’45. Nel 1973 fu costretto all’esilio dal golpe militare. Rientrò nel 1983.
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