MACEDONIO FERNÁNDEZ
DOLCE INCANTO
Profondi e pieni
come due graziose, brevi immensità
i tuoi occhi dimorano nel viso
come signori;
e quando al loro fondo
vedo brillare e salire
la fiamma di un'anima splendente
sembra che il mattino si unisca
luminoso, tra mare e cielo,
alla linea che sognando oscilla
tra i due imperi azzurri,
la linea che ci si sofferma nei cuori
perché le loro speranze la accarezzino
e il nostro sguardo la baci;
quando il nostro essere contempla,
asciugandone le lacrime
e, in silenzio,
si apre alle brezze della Vita;
quando guardiamo
le ceneri dei giorni andati
galleggiare nel Passato
come alla fine della strada
la polvere dei nostri pellegrinaggi.
Occhi che si aprono come le mattine
e che chiudendosi lasciano cadere la sera.
(da Martín Fierro, 14 novembre 1904)
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Un bel paio d’occhi attira il poeta argentino Macedonio Fernández – del resto, come scrisse Edgar Allan Poe, “i legami psichici più vivi e durevoli sono quelli scaturiti da uno sguardo”. E se Fernández praticava il culto dell’immagine, lo faceva altresì guidando la sua poesia verso una maggiore trascendenza, spirituale e idealista, una poesia ancora modernista ma che viene considerata precorritrice dell'Ultraismo - non a caso Borges lo annoverava tra i suoi maestri: ne mutuò il già citato amore per l’immagine, il verso libero, l’uso sprezzante del ritmo sillabico, la scarsità di punteggiatura.
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FOTOGRAFIA © JURBAN/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Oh, passione, mai umile sempre certa.
MACEDONIO FERNÁNDEZ
Macedonio Fernández (Buenos Aires, 1º giugno 1874 – 10 febbraio 1952), poeta e filosofo argentino. Di formazione simbolista, entra nella vita letteraria con il gruppo giovanile ed ultraista radunato intorno alla rivista Martín Fierro. La sua poesia è originale, densa e pensosa, con note di sottile umorismo.
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