ULALUME GONZÁLEZ DE LEÓN
GIARDINO SCRITTO
Nel giardino che ricordo
soffia un vento che muove le foglie
del giardino dove adesso
sto scrivendo
Nel giardino che immagino
soffia un vento che muove le foglie
del giardino che ricordo
E nel giardino dove adesso
sto scrivendo
soffia un vento che muove le foglie
senza giardino:
tregua
tra fronda immaginata e fronda ricordata
ma anche le foglie verdi
del giardino dove scrivo
ma anche i fogli bianchi
su cui sto scrivendo
e nasce un altro giardino
(da Plagio II, 1980)
La poetessa messicana Ulalume González de León costruisce un labirinto a più dimensioni in cui si intersecano memoria e realtà, disegnando un giardino che ora è presente e ora è ricordo, ricostruito con l’immaginazione. Ma da quel gioco alla fine ciò che emerge è un altro giardino, quello della poesia.
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DIPINTO DI JACEK YERKA
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LA FRASE DEL GIORNO
Inventando che vivo / in parole mi perdo / Dove comincia la mia vita? / Dove finisce il mio racconto?
ULALUME GONZÁLEZ DE LEÓN, Plagi
Ulalume Ibáñez Iglesias, nota come Ulalume González de León (Montevideo, 20 settembre 1932 – Querétaro, Messico, 17 luglio 2009), poetessa, traduttrice, saggista e editrice messicana di natali uruguaiani. La sua poetica parte dall’assunto che tutto è stato detto e la poesia altro non è che un plagio: il vero soggetto è la memoria e il corpo altro non è che cellula della memoria.
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