Il 1° marzo del 1921 nasceva a New York il poeta statunitense Richard Wilbur. La sua carriera iniziò con la pubblicazione di una precoce poesia sul John Martin's Magazine nel 1929. Il vero esordio fu nel 1947 con The Beautiful Changes and Other Poems, cui seguirono altre dieci raccolte in sessant’anni di attività e numerose traduzioni, soprattutto dei francesi del XVII secolo e delle commedie di Molière. Wilbur vinse il Pulitzer per la poesia nel 1957 e nel 1989. La definizione più calzante è quella che diede il Bibliotecario del Congresso Daniel Boorstin in occasione della sua designazione a Poeta Laureato per il biennio 1987-1988: “Il poeta di noi tutti, le cui parole eleganti traboccano di arguzia e paradosso”.
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UN BUCO NEL PAVIMENTO
a René Magritte
Il carpentiere ha fatto un buco
nel pavimento del salotto, e io resto
fermo a guardarci dentro adesso
alle quattro del pomeriggio,
come stava Schliemann quando la sua pala
urtò il tesoro di Troia.
Una segatura ben delineata brilla
sulle assi grigie e irsute,
e qui c’è un ammasso di trucioli
dal tempo in cui è stato posato il pavimento.
Sono d’oro e d’argento,
il colore delle mele delle Esperidi.
In ginocchio, guardo sotto,
dove si nascondono i travetti.
Una strada pura, vagamente disseminata
di pezzi e colpi di luce,
penetra nella lunga oscurità
dove si incontrano i suoi paralleli.
Il tubo del calorifero
sale a media distanza
come un chiosco chiuso, in piedi
dove l’unica notizia è la notte.
Qui non è dipinto di verde,
come nel mondo visibile.
Per l’amor di Dio, cosa sto cercando?
Qualche tesoro, o un minuscolo giardino?
O quel luogo inesplorato,
la vera anima della casa,
dove il tempo ha immagazzinato il suono dei nostri passi
e la lunga matassa dei nostri discorsi?
Non questi, ma la stravaganza sommersa
che nutre il conosciuto:
la sorgente che alimenta la lampada da terra
beve ora una fioritura più selvaggia,
infiammando il divanetto damascato
e l’intera stanza pericolosa.
(da Consiglio a un profeta, 1961)
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PEZZO DA MUSEO
I buoni e grigi guardiani dell’arte
pattugliano le sale con scarpe silenziose,
protettivi in modo imparziale
sebbene talvolta sospettino di Toulouse.
Uno di loro sonnecchia qui contro la parete,
adagiato su una sedia funeraria.
Una ballerina di Degas fa giravolte
al limite dei suoi capelli.
Guarda come gira! Lì è la grazia
ma è anche evidente la tensione.
Degas amava entrambe le cose:
la bellezza unita all’energia
Edgar Degas una volta comprò
un bel quadro di El Greco, lo teneva
contro il muro, a fianco del letto,
per posarci i pantaloni prima di dormire.
(da Cerimonia, 1950)
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Altre poesie di Richard Wilbur sul Canto delle Sirene:
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia non dovrebbe essere astratta e immobile, ma dovrebbe arrivare laggiù tra le cose del mondo e mescolarsi con esse.
RICHARD WILBUR, The Atlantic online, 9 settembre 1999
Richard Purdy Wilbur (New York, 1° marzo 1921 – Belmont, Massachusetts, 14 ottobre 2017) poeta e traduttore statunitense: ha caratterizzato le sue opere, scritte in forma tradizionale, con signorile eleganza e arguzia. Ha vinto il Premio Pulitzer per la poesia nel 1957 e nel 1989.
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