GIUSEPPE UNGARETTI
ETERNO
Tra un fiore colto e l'altro donato
l'inesprimibile nulla.
(da Allegria di naufragi, Vallecchi, 1919)
.
L’essenzialità ermetica trova il suo maestro in Giuseppe Ungaretti: è lui infatti a condensare concetti nell’esiguo spazio della parola, delle parole raccolte in un brevissimo verso; è lui che concentra nel frammento l’intero, come in questa Eterno: partendo da un dato naturale esprime la meraviglia della scoperta dell’eternità. “Il mistero c’è, è in noi. Basta non dimenticarcene. Il mistero c’è e col mistero, di pari passo, la misura; ma non la misura del mistero, cosa umanamente insensata; ma di qualche cosa che in un certo senso al mistero s’opponga, pure essendone per noi la manifestazione più alta: questo mondo terreno considerato come continua invenzione dell’uomo” scrive nelle Ragioni di una poesia. L’inesprimibile, certo… Ma, detto in versi, suona meglio.
Sembra una poesia scritta facilmente, stesa come uno slogan pubblicitario: in realtà sottende un lavorio testimoniato dalle varianti: su «Lacerba» dell’8 maggio 1915 si intitolava Eternità e “l’inesprimibile nulla” era “l’inesprimibile vanità”; inoltre, un’altra brevissima strofa la completava: “Fiore doppio / nato in grembo alla madonna / della gioia”. Era pleonastica, possiamo dire ora davanti alla perfetta incisività di Eterno, tanto che anche Ungaretti se ne rese conto: la eliminò sin dalla successiva edizione, quella di Allegria di naufragi, pubblicata da Vallecchi nel 1919.
.
Fotografia © Public Domain Pictures
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è forma per natura sua estremamente sintetica.
GIUSEPPE UNGARETTI, Ragioni di una poesia
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.
3 commenti:
..mi piace questo Eterno.
....si...sarà anche perchè si può "Eternamente spaziare" quando le parole sono poche.:)
...bella la foto che hai inserito...ermetica/nordica/essenziale.
ciaoo Vania
tra un atto e un altro, tra una relazione sociale e un'altra scorre la vita
Già, le parole attraversano il nulla...e ci disperdono.
Posta un commento