GUSTAVO ADOLFO BÉCQUER
XVI. SE AL FRUSCIO DELLE CAMPANELLE BLU
Se al fruscio delle campanelle blu
sul tuo balcone
credi che sospirando passi il vento
mormorante,
sappi che nascosto tra le verdi foglie
sospiro io.
Se al risuonare confuso alle tue spalle
di un vago rumore,
credi che per nome ti abbia chiamato
una voce lontana,
sappi che tra le ombre che ti circondano
ti chiamo io.
Se si turba impaurito a notte fonda
il tuo cuore,
al sentire sulle tue labbra un soffio
avvolgente,
sappi che, sebbene invisibile, al tuo fianco
respiro io.
(da Rime, 1871)
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No, non è uno stalker, come potrebbe sembrare a prima vista, ma la voce delicata di un poeta che non riesce ad esprimere il suo amore. Il sentimento non è presente, ma assume i toni ora malinconici del passato, ora dolci del desiderio ancora da appagare, attraverso le parole di Gustavo Adolfo Bécquer, poeta spagnolo dell’Ottocento. Un amore idealizzato ma non per questo meno vero, un amore profondo e unilaterale che vive della bellezza ammirata e che riesce a manifestarsi solo nell’immaginazione, anche lì sommessamente: un piccolo suono, un refolo di vento, un soffio nella notte.
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L. BURGESS, “THE GAZING BALL”
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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore non è realizzazione, è amore.
GIORGIO SAVIANE, Il terzo aspetto
1 commento:
...inspiegabile l'amore...ogniuno comunque credo ne tragga beneficio.
ciao Vania
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