ALFONSO GATTO
SERA DI NAPOLI
a Paolo Ricci
La canzone dei poveri s'accende
dopo la sera con un lume solo.
E la vecchia città murata al cielo
nella rotonda cupola dell'erba
rispecchia nel suo freddo stacco il giorno
sbiadito dai garofani.
Dispera
in un'allegra povertà la voce
sciupata d'una femmina, il fanciullo
che corre sulle case: alle ringhiere
tese nei fili ancor si spoglia il bianco
riverbero dei muri e tocca il capo
fatto già d'ombra a una donna uscita
al suo balcone d'aria con la mano
dolcissima sul petto.
Basta il vento
l'ultimo vento della sera ai lumi
che tornano dal mondo, a quell'odore
sbiadito di garofano se il cuore
trema ogni volta d'apparire al canto
triste che cerca la felicità.
(da Tutte le poesie, Mondadori, 2005)
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Alfonso Gatto è stato definito da Giuseppe Langella “il poeta del canto fioco”: in questi versi, poi esclusi da “Poesie 1941”, risalta come la sua immagine sia davvero azzeccata. Questa Napoli antica, questa Napoli sospesa tra le due guerre mondiali, rivela la sua anima intima: anche la povertà sa farsi allegra, sa esprimersi nel canto che si disperde tra gli stretti vicoli entro le mura, che passa sopra i panni stesi, che vola sopra le corse degli scugnizzi. È un canto triste, costretto a essere tale dalle contingenze, ma soave, dolcissimo, intriso della speranza che in qualche modo, in qualche angolo, in qualche tempo si possa raggiungere la felicità.
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Fotografia © Daniele Riva
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LA FRASE DEL GIORNO
Così la vita affiora / nella memoria al bene / tranquillo di quest’ora / e tutte le sue pene.
ALFONSO GATTO, Poesie
Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.
2 commenti:
... i "tristi"...sanno davvero essere "allegri".
...per i sempre "allegri"... ho dei dubbi.
...molto belli questi versi.
ciaoo Vania
la felicità non è la ricchezza, non è neppure il benessere... la felicità è spesso immotivata, è felicità di vivere
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