domenica 13 giugno 2010

Cos’è la poesia? (XV)


ANNA ACHMATOVA

LA MUSA

Quando la notte attendo il suo arrivo,
la vita sembra sia appesa a un filo.
Che cosa sono onori, libertà, giovinezza
di fronte all’ospite dolce
col flauto nella mano? Ed ecco è entrata.
Levato il velo, mi guarda attentamente.
Le chiedo: “Dettasti a Dante tu
le pagine dell’Inferno?” Risponde: “Io”.

1924

(da Il giunco, 1925)

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Cos’è la poesia? Quante risposte abbiamo sentito in questi quattordici post sul tema. Ora viene Anna Achmatova a dirci che la poesia è una misteriosa visitatrice notturna, una dolce Musa che conduce per mano i versi e l’ispirazione e li porta nelle dimore dei poeti. La poesia rivelata, dunque. L’attimo in cui la realtà mostra quello che ci sfugge: un flash che illumina la scena per un brevissimo istante. Al suo confronto tutto diventa vano: non contano più gli onori e la fama, non ha più valore il denaro, né la giovinezza o la libertà sono poi così importanti. Il premio è quella sua “eterna giovinezza”, la “perspicacia magnanima degli astri” che si apre nella mente del poeta, come la stessa Achmatova la descrive nella lirica dedicata a Boris Pasternak.

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Jean-Auguste Ingres, “Ritratto di Cherubini con la musa della Lirica”

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LA FRASE DEL GIORNO
La mia musa concepisce e partorisce chiusa nel misterioso santuario della mente, e lo popola di creazioni innumerevoli, a dar forma alle quali non sarebbero sufficienti né la mia attività febbrile, né tutti gli anni di vita che mi rimangono.
GUSTAVO ADOLFO BÉCQUER, Memorie di un tacchino




Anna Andreevna Achmatova, pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966), poetessa russa. Fu osteggiata dal regime sovietico per il suo “estetismo” e per il “disimpegno" politico”. La sua poesia spesso scarna, libera dalle analogie simboliche, scolpita fino all'osso, si veste di un’ironia e di una malinconia che sconfinano nel disincanto.


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