“Che cos'è quella faccia da febbraio, /gelida, nuvolosa, tempestosa?” chiede Don Pedro a un accigliato Benedetto in Molto rumore per nulla di William Shakespeare. Ed è uno dei classici volti di febbraio, l’ultimo vero mese d’inverno, quello colto dai due poeti catalani Joan Teixidor e Joan Maragall, quello della neve che cade sulle gemme e sui primissimi fiori.
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FOTOGRAFIA © DOMINIC/PEXELS
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JOAN TEIXIDOR
FEBBRAIO
Su ogni filo del telegrafo è
appesa una piccola stella:
un globo di neve.
In ogni atomo del cuore
aleggia una bambolina: la
noia.
Solo la neve immacolata
ce ne libera momentaneamente.
(da Poesie, 1932)
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JOAN MARAGALL
I MANDORLI, 6 FEBBRAIO
Fogli di diario 1901
Sembravano coraggiosi oggi
e sembravano cantare
affrontando tutti i venti
e la neve portata dal vento.
Sotto la neve imminente
cantavano la gioia
di essere fioriti innocenti
prima dell'ora e del giorno:
dal fondo dei giorni a venire,
piangendo, la primavera li ha benedetti.
(da Laggiù, 1906)
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LA FRASE DEL GIORNO
I mandorli hanno ringraziato Dio / sventolando il loro vestito rosa.
JOAN MARAGALL, Laggiù
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Joan Teixidor i Comes (Olot, 8 aprile 1913 – Barcellona, 10 gennaio 1992), scrittore ed editore catalano. Membro fondatore dei Quaderns de Poesia e della rivista Destino, nel 1935 pubblicò un’Antologia generale della poesia catalana. Tra il 1975 e il 1981 diresse la Fondazione Joan Miró.
Joan Maragall i Gorina (Barcellona, 10 ottobre 1860 – 20 dicembre 1911), poeta e scrittore catalano. Fautore dell'indipendenza della Catalogna, criticò aspramente la Spagna come arretrata e tradizionalista rispetto al resto d’Europa. La sua prosa è in spagnolo, le sue poesie e le traduzioni da Omero, Pindaro, Goethe e Novalis sono in catalano.
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