Per dicembre due visioni di poeti di area anglosassone: il più pagano e inglese Algernon Swinburne e il più religioso statunitense Henry Wadsworth Longfellow, impegnati in una sorta di esercizio di stile sui dodici mesi dell’anno. Naturalmente due sono gli eventi che hanno bene in mente: la festa cristiana del Natale e la fine dell’anno.
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FOTOGRAFIA © LUNA LOVEGOOD/PEXELS
ALGERNON SWINBURNE
CAROLE PER UN ANNO: DICEMBRE
Dicembre, tu le cui mani sante
su mari tremanti e terre indurite
posano a segno sacramentale
il sigillo del Natale preso
a testimone dell’anno che nasce,
promessa che santifica la tua morte,
la gioia suprema che da te viene
conforta ogni dolore in terra e in mare.
(da Astrophel e altre poesie, 1894)
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HENRY WADSWORTH LONGFELLOW
IL CALENDARIO DELL’ANNO: DICEMBRE
Su una capra, con i capelli innevati
vengo, ultimo di tutti. Questo serto
è fatto di agrifoglio; in mano reco
il tirso, ornato da pigne fragranti.
Celebro la nascita del Divino
e il ritorno del regno di Saturno;
in ogni tempio suona “pace in terra,
agli uomini di buona volontà".
(da Ultima Thule, 1880)
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LA FRASE DEL GIORNO
Nella notte cupa di dicembre / Tanto felice albero felice / Coi rami che non ricordano / La loro verde felicità.
JOHN KEATS
Algernon Charles Swinburne (Londra, 5 aprile 1837 – Putney, 10 aprile 1909), poeta e drammaturgo britannico, di epoca vittoriana. Personalità eccentrica, con un forte gusto della provocazione artistica, fu attivo nella cerchia estetista, romantica e poi decadente. La sua poesia, pagana e ispirata alla libertà medioevale, fu molto controversa.
Henry Wadsworth Longfellow (Portland, Oregon, 27 febbraio 1807 – Cambridge, Massachusetts, 24 marzo 1882), letterato statunitense. Influenzato dal movimento romantico europeo, ne trasferì gli aspetti più superficiali nel nuovo mondo, del quale cantò leggende e miti.
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