Juan Gustavo Cobo Borda, scrittore e poeta colombiano, è morto lunedì scorso all'età di 73 anni a Bogotá, vinto dalla sclerosi multipla. L’ex presidente Ernesto Samper, di cui fu consigliere, lo ha ricordato come “caro amico, insegnante, complice letterario, vate preferito, commensale infinito”. Cobo Borda era uno degli intellettuali colombiani più noti e ricoprì anche incarichi diplomatici che lo portarono ad essere ambasciatore in Argentina, Spagna e Grecia.
Cobo Borda rifugge deliberatamente dal lirismo recuperando alla lingua poetica la vivacità della lingua discorsiva: "La poesia nasce da tutto, dalla strada, dal cinema, dalla pittura, dallo sguardo... E nasce sempre un po' dalle muse, nel senso che sono loro che si rifiutano e poi ti fanno «Non rispondi al telefono»”.
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FOTOGRAFIA © RTVC
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OFFERTA SULL’ALTARE DEL BOLERO
Ci sarà allora un altro cielo più grande
dove Agustín Lara canta meglio ogni notte?
O saremo solo il volto fugace
intravisto nei corridoi all’alba?
Quel bolero, mentre il buttafuori sbadiglia
e i clienti rincasano ubriachi;
quello che parla di amori morti
e lacrime sincere… Gli amanti
si chiamano al telefono per ascoltare,
anche solo, i propri respiri.
Ma qualcuno, un giorno, nel disordine del trasloco,
troverà un po’ di quei baci
e mentre canticchierà
“Lascia bruciare l’anima nell’alcol del tuo ricordo”,
sentirà una voce dire: “La realtà è superflua”.
(da Offerta sull’altare del bolero, 1981)
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KAVAFIS
Le strade di Alessandria sono piene di polvere,
lo sbuffo delle vecchie automobili
e un clima caldo e secco assediano ogni cosa viva.
Perfino la brezza porta il sapore del sale.
Nel torpore delle due del pomeriggio
c’è una sete segreta di umidità
e il droghiere cerca nel sogno, con ostinazione,
l’aspra dolcezza di una lingua che gli ricrei la pelle.
Beve con avidità l’acqua amara del riposo
e si sveglia stanco per quell’insetto che ronza insistente.
Anche il refrigerio della sera scompare
e la sua unica traccia è questo sudore nervoso
e il chiasso che di minuto in minuto si espande nei caffè.
Passano i ragazzi, in gruppo, schiamazzando
e quell’uomo capisce
che nessuna parola riuscirà a catturare le loro sagome.
La notte divora e confonde
aumentando la sua insonnia,
più cupi i suoi passi nei vicoli sporchi.
L’alba lo troverà a contemplare
quel veliero che lascia il molo
e attraversa la baia, in rotta verso il mare.
(da Tutti i poeti sono santi e andranno in paradiso, 1983)
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POETICA
Come scrivere ancora poesie,
perché non tacere definitivamente
e dedicarci a cose molto più utili?
Perché aumentare i dubbi,
far rivivere antichi conflitti,
dolcezze impreviste;
quel po’ di rumore
aggiunto a un mondo
che lo sorpassa e lo cancella?
Si dipana qualcosa da tale gomitolo?
nessuno ne ha bisogno.
Residuo di vecchie glorie,
chi accompagna, quali ferite cura?
(da Consigli per sopravvivere, 1974)
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Altre poesie di Juan Gustavo Cobo Borda sul Canto delle Sirene:
LA FRASE DEL GIORNO
In poesia, grazie a Dio, non ci sono frontiere: la patria è il testo.
JUAN GUSTAVO COBO BORDA
Juan Gustavo Cobo Borda (Bogotá, 10 ottobre 1948 - 5 settembre 2022), poeta, giornalista e diplomatico colombiano. Ispirata da Borges e Kavafis, la sua poesia è stata la linea trasversale dei suoi scritti. Ricoprì anche incarichi diplomatici che lo portarono ad essere ambasciatore in Argentina, Spagna e Grecia.
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