SIRO ANGELI
NEL DESERTO DEL LETTO
Nel deserto del letto
bocconi, su di un fianco,
riverso (eguali in alto
le ore il vuoto, bianco
quadrante del soffitto
ripete), nel bruciore
degli occhi (ho letto, scritto,
fumato), cieco brancolo
in questa sonnolenza,
nemmeno inferno, limbo
che lentamente svena
i sensi e lascia il cuore
più vivo alla cancrena
dei sogni, alla tua assenza;
mentre, a eguale intervallo,
gocciola sullo smalto
gelido, con un timbro
eguale di metallo,
un filo d’acqua senza
pietà dal rubinetto.
(da L’ultima libertà, Mondadori, 1962)
.
Ore apatiche, abuliche, ore di insonnia o di afa. Il poeta friulano Siro Angeli si perde in questo “deserto” e vi brancola in una ridda di pensieri alla soglia del dormiveglia: è ancora una volta l’assenza della donna amata a prendere possesso di tutto, quella Liliana che il destino ha voluto strappargli giovane: “Ecco viva a me torni, ecco rimuori / dentro un battito e l’altro delle palpebre”.
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ALISSA MONK, "IL MATTINO DOPO"
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LA FRASE DEL GIORNO
Che a me venisse amore / con i tuoi occhi alfine / tanto creduto avevo / che a me è venuto, amore.
SIRO ANGELI, L’ultima libertà
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