LUIS CERNUDA
CARNE DI MARE
Ancora pochi giorni e sarà autunno in Virginia,
allorché i cacciatori, con lo sguardo di pioggia,
tornano alla terra natia, l’albero che non dimentica,
agnelli di terribile aspetto;
ancora pochi giorni e sarà autunno in Virginia.
Sì, i corpi strettamente allacciati,
le labbra nella chiave più intima,
che dirà lui, fatto pelle di naufragio
o dolore a porte chiuse,
dolore di fronte a dolore,
senza neanche aspettarsi amore?
L’amore viene e va, vedi;
l’amore viene e va,
senza dare elemosina a nubi mutilate,
con dei cenci di terra per vestiti,
e lui non sa, lui non saprà mai nulla.
Ora è inutile passar la mano sull’autunno.
(da Un río, un amor, 1929 - Traduzione di Oreste Macrì)
C’è un’indolenza di fondo nei versi di Luis Cernuda, surrealista spagnolo stregato dal silenzio, dalla trasparenza, dalla lentezza dell’alba, dalla inconsistenza dei sogni. Di questa sua indolenza Vittorio Bodini scrisse che “non è che un alibi patetico per occultare dietro la tesa pulizia delle cose il suo bianco dramma di involontario Narciso, la pena d’essere insieme l’amore e la sua immagine”. Così Cernuda invece di bilanciarsi tra oblio e assenza si rotola in una disperazione per ciò che non ha avuto e per ciò che non ha posseduto abbastanza.
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FOTOGRAFIA © HD WALLPAPER
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LA FRASE DEL GIORNO
Forse gli amanti accoltellano stelle / forse l’avventura può spegnere una tristezza.
LUIS CERNUDA, Un río, un amor
1 commento:
..non tutta al musica deve "divertire/diverte".
ciaoo Vania:)
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