WISŁAWA SZYMBORSKA
ALLEGRO MA NON TROPPO
Sei bella – dico alla vita –
è impensabile più rigoglio,
più rane e più usignoli,
più formiche e più germogli.
Cerco di accattivarmela,
di blandirla, vezzeggiarla.
La saluto sempre per prima
con umile espressione.
Le taglio la strada da sinistra,
le taglio la strada da destra,
e mi innalzo nell’incanto,
e cado per lo stupore.
Quanto è di campo questo grillo,
e di bosco questo frutto –
mai l’avrei creduto
se non avessi vissuto!
Non trovo nulla – le dico –
a cui paragonarti.
Nessuno ha fatto un’altra pigna
né migliore, né peggiore.
Lodo la tua larghezza,
inventiva ed esattezza,
e cos’altro – e cosa più –
magia, stregoneria.
Mai vorrei recarti offesa,
né adirarti per dileggio.
Da centomila anni almeno
sorridendo ti corteggio.
Tiro la vita per una foglia:
si è fermata? Se n’è accorta?
Si è scordata dove corre,
almeno per una volta?
(da Ogni caso, 1972 - Traduzione di Pietro Marchesani)
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Un inno alla vita questo della poetessa polacca Wisława Szymborska (1923-2012), Premio Nobel 1996: un’esaltazione filosofica della natura e delle sue stagioni, ancora più apprezzabile adesso che è primavera e il rigoglio più evidente. “Accettazione stupita e affettuosa della vita” dice Pietro Marchesani, curatore e traduttore delle poesie della Szymborska. Un “Allegro” allora, a indicare il tempo come nella musica, veloce e scanzonato secondo il suo classico stile? Piuttosto, un “Allegro ma non troppo”, appena delimitato da qualcosa, come la malinconia può arrecare una nota più triste nello splendore di un tramonto: “E lo scarabeo prende il sentiero in abito scuro di testimone / dell’evento d’una lunga attesa d’una vita breve”.
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FOTOGRAFIA © GERRIT
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LA FRASE DEL GIORNO
Vivendo, nei momenti più impensati si trovano le risposte più impensate. Scoprirle è così interessante che varrebbe la pena di vivere solo per questo.
BANANA YOSHIMOTO, Chie-Chan e io
3 commenti:
..mi piace questa poesia, ma devo dire che non ho capito nell'ultima quartina, "Tiro la vita per una foglia".
ciaoo Vania
ma, l'idea che ho io è che trattenendo una foglia (viva, cioè attaccata al ramo) tra le dita, la Szymborska si ponga quelle domande. Ci sono molte poesie, del resto, che paragonano la vita umana alle foglie, dall'Iliade di Omero alla celebre "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" di Ungaretti
Caro Poeta vorrei invitarti al "Concorso Poetico" bandito dal mio blog:
http://giornalesegreto.blogspot.it/p/concorso-poetico_03.html
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