MARINA CVETAEVA
MINUTO
Minuto: passante. Passato.
Congedo amanti e passioni…
Quanto domani mi verrà rubato
lo getto via con le mie mani!
Minuto: pretendi. Presente. Misura
che froda sul peso… Ma, attento:
non cominciò mai nel tempo
ciò che è finito… E tu menti,
minaccia, rincuora i malati
di morbo decimale, gli eterni
minorenni… Miseria! Minuzia! Chi sei
per spicciolare il mare? Crinale
dell’anima viva? – Secca! Sabbia!–
Il Re di tutte le ricchezze
non ebbe più glorioso regno
della scritta «Passerà anche questo»
sull’anello. Lungo vie a ritroso
chi non ha provato l’avara vanità
delle tue Arabie di quadranti,
lo strazio di pendoli e lancette?
Minuto: finzione! Finito! Fantasma
di futuro. Falsità che trita –
in polvere, poltiglia di rifiuti.
Elemosina alla vita! Smanio
di lasciare il mondo che spacca
i secondi, il rintocco che strappa
le anime. Dove scandisce il mio eterno
l’eterno mancarsi dei minuti
(da Dopo la Russia, 1928 – Traduzione di Serena Vitale)
.
Il protagonista di questo post è proprio lui, il minuto: i sessanta secondi che formano il sessantesimo di un’ora. Minuti che sembrano lunghissimi, altri che volano via. E minuto a minuto la nostra vita avanza inesorabilmente. È probabilmente l’unità di misura del tempo che prendiamo a riferimento. E infatti, come scrisse Gesualdo Bufalino, “Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi prendere dal panico: è questione di un attimo e passa”. La stessa sensazione che pervade questi versi di Marina Cvetaeva, poetessa russa tra i massimi esponenti del movimento simbolista, osteggiata dal regime staliniano e costretta all’esilio a Parigi, Berlino e Praga per le sue simpatie antibolsceviche, fino al suicidio che pose fine a una vita di fame e di lutti. Una serie di minuti, “elemosina alla vita”, da buttare o da ricordare, da usare per salutare l’amore o per congedarlo, in una minuscola frazione di tempo. Per finire, una nota tecnica: Marina Cvetaeva scrisse che “Il mio libro deve essere eseguito come una sonata. I segni sono le note. Sta al lettore realizzare o deformare”. Pur in traduzione – molto ben fatta – si può capire perché.
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BARBARA WHITE, “PASSING TIME”
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LA FRASE DEL GIORNO
Ti consiglio di prenderti cura dei minuti, perché le ore si occuperanno da sole.
PHILIP STANHOPE, Lettere al figlio
Marina Ivanovna Cvetaeva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941), poetessa e scrittrice russa. Divenuta una delle migliori voci del simbolismo russo, fu invisa al regime stalinista. Esule a Berlino e Parigi, tornò in patria nel 1939 alla ricerca del marito, fucilato dall NKVD e della figlia, in campo di lavoro. Disperata e isolata, si uccise nel 1941.
5 commenti:
E' vero, tutto vero!
I minuti passano, il tempo passa, tutto passa... l'unica certezza è che bisogna "andare avanti" nonostante tutto!
La riflessione di Bufalino, poi, oserei affermare che è sublime.
A presto e buona giornata
Federica
p.s. a domani quindi...
Bufalino, che amo definire "dolcemente cinico", ha di queste pensate fulminee, mi piace perché non si prende troppo sul serio, ed è così che si dovrebbe prendere la vita... che è già seria e complicata di suo.
A domani, allora - ci sarà probabilmente una poesia di Diego Valeri anch'essa legata al tempo e alla nostalgia
:-)
....stavo leggendo la poesia ed è suonato il campanello il postino....
"...ho pensato un minuto e arrivo...:)))))))
ciaooo Vania
i pooh...dammi solo un minuto.
:)
ciaooo Vania
sempre i Pooh: "A un minuto dall'amore", poi il "Valzer di un minuto" di Chopin e in letteratura le "Letture da un minuto" di Hermann Hesse
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