lunedì 23 novembre 2009

Ferlinghetti e Hopper

LAWRENCE FERLINGHETTI

A CASA HOPPER

A casa Hopper
sulla spiaggia di Truro
Mi giro e alzo gli occhi a guardarla
alta sulla scogliera
E sono Edward Hopper
il famoso pittore americano
disteso sul pendio
fra le erbe della sabbia
e mi giro e alzo gli occhi verso
il Mondo di Hopper
dove abitò tutti quegli
anni spazzati dal vento
certo non solo e malinconico
come i personaggi dei suoi quadri
nelle bettole aperte tutta notte
dietro ai vetri d’un mattino domenicale
in camere da letto con le lampadine appese a un filo
fari assolati
verande di serate estive
case lungo la ferrovia
facciate vittoriane
di vuoto
Eppure saprei dipingerli diversi adesso io?
alla fine estrema del nostro secolo distorto
come se la sovrappopolazione adesso
avesse davvero sconfitto
le nostre immense solitudini
per cui simbolo di successo è ancora
una casa isolata
su un colle.

(da Poesie vecchie & nuove, 1998)

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Edward Hopper, di cui è in corso, fino al prossimo 31 gennaio, la mostra milanese a Palazzo Reale, fu il pittore dell’inquietudine e della solitudine, dell’alienazione imposta dalla moderna società. A South Truro, a Cape Cod, c’è la casa dove il pittore e la moglie Josephine Nivison si recludevano nelle calde estati newyorkesi. Lì, in visita, Lawrence Ferlinghetti, esponente di spicco della beat generation, prova a rivivere l’esistenza di Hopper, a cercare di comprendere che cosa lo spingesse a dipingere quella solitudine, come se vi fosse qualcosa nel paesaggio che potesse suggerirlo.

Nulla di tutto ciò, perché i paesaggi che Hopper dipingeva erano quelli delle nostre anime: Ferlinghetti, sul finire del XX secolo, si trova a concludere che nulla è cambiato, che oggi Hopper si troverebbe ancora a illustrare quella disperata solitudine che permea ancora le nostre vite.

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Edward Hopper, “Second story sunlight”

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LA FRASE DEL GIORNO
Quando si è soli nel corpo e nello spirito si ha bisogno di solitudine, e la solitudine causa altra solitudine.
FRANCIS SCOTT FITZGERALD, Tenera è la notte




Lawrence Ferlinghetti (Yonkers, New York, 24 marzo 1919), poeta ed editore statunitense. Nel 1955 fondò la City lights rocket bookshop a San Francisco che divenne il centro culturale del movimento beat. Parte della sua poesia è di protesta politica e si pone in opposizione alla violenza. La sua opera, pur lirica, è caratterizzata da un vivo senso dello humour e della satira.