lunedì 9 novembre 2009

La caduta del Muro

Vent’anni fa, il 9 novembre del 1989, tutti noi che ci trovavamo davanti ai televisori, la sera provammo lo stesso moto di esultanza e la stessa commozione di quei ragazzi, di quegli uomini e quelle donne che aprivano varchi e scavalcavano il Muro di Berlino, ormai un inutile relitto della “guerra fredda”. Vedere ricongiungersi i berlinesi dell’ovest con quelli dell’est dopo lunghi anni, vederli danzare insieme e brindare stappando bottiglie di spumante, ci gonfiava finalmente il cuore.

Fu un anno di rivoluzioni e libertà, di grandi cambiamenti quel 1989: a gennaio l’Ungheria era entrata nel novero dei paesi democratici; a febbraio i sovietici si ritirarono dall’Afghanistan, invaso dieci anni prima; in aprile fu la volta della Polonia, che divenne pluralista e accettò l’economia di mercato; a giugno i cinesi repressero nel sangue la rivolta di Tienanmen; ad agosto Solidarnosc arrivò addirittura al governo; a ottobre cadde il dittatore tedesco orientale Honecker, preludio alla caduta del Muro; in quello stesso novembre tornò libera anche la Bulgaria; sul finire dell’anno furono la Cecoslovacchia a rovesciare il regime e la Romania a liberarsi, stavolta in modo cruento, della dittatura dei Ceausescu.

Ma quella sera, quella notte del 9 novembre i berlinesi erano in strada a cantare “Berlin! Berlin”, a festeggiare sulla Kunfursterdamm e alla porta di Brandeburgo, ad abbracciarsi e a piangere insieme, finalmente reso inutile quel muro costruito dalla Germania Democratica nell’agosto del 1961. Trecentomila berlinesi dell’est corsero subito dall’altra parte a respirare l’aria di libertà, a vedere com’era la vita di là dal muro, a raccontarsi con altri tedeschi, con altri berlinesi rimasti per troppo tempo lontani. Tutto era iniziato quando la televisione di stato della Germania dell’Ovest aveva dato la notizia che due ragazzi erano riusciti ad attraversare indisturbati il confine fortificato in direzione di Amburgo. Sul principio i più avevano pensato a una svista dei VoPos, confusi dalle nuove norme della Germania dell’Est sulla libertà di movimento, ma molti decisero di provare e una vera e propria folla si riversò alla frontiera mettendo completamente fuori gioco le guardie, che alla pressione della gente non poterono rispondere altrimenti che aprendo i cancelli al varco di Invalidenstrasse – una decisione che avrebbe cambiato la storia tedesca. Una notte di carnevale quella che seguì, molti ritornarono a casa dopo aver assaporato quell’incredibile libertà, ebbri di essa, di una felicità inspiegabile: rientrarono nelle loro case dell’Est sapendo che non c’era più nessun muro a trattenerli…






 

  Fotografie: DPA Report

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LA FRASE DEL GIORNO
Or ti piaccia gradir la sua venuta / libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta.
DANTE ALIGHIERI, Purgatorio, I, 70-72

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