UMBERTO SABA
FELICITÀ
La giovanezza cupida di pesi
porge spontanea al carico le spalle.
Non regge. Piange di malinconia.
Vagabondaggio, evasione, poesia,
cari prodigi sul tardi! Sul tardi
l'aria si affina ed i passi si fanno
leggeri.
Oggi è il meglio di ieri,
se non è ancora la felicità.
Assumeremo un giorno la bontà
del suo volto, vedremo alcuno sciogliere
come un fumo il suo inutile dolore.
(da Parole, 1934)
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È un cinquantenne Umberto Saba quando scrive questi versi e ora dall’alto del disincanto dell’età può giudicare possibile quella parvenza di felicità che riesce a cogliere - un barlume, in effetti, perché di lì a pochi anni arriveranno le leggi razziali e l'esilio. Ma è una riflessione che valuta la parabola di ogni esistenza umana, che considera l’infelicità leopardiana tipica di molte gioventù come un pedaggio da pagare alla vita per poi intravedere un riavvicinamento alla felicità - o alla non infelicità - quando le aspettative cadono e anche il dolore di un tempo mostra la sua vanità.
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PAUL DAVID BOND, “HAPPINESS IN PERPETUITY”
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LA FRASE DEL GIORNO
Se si costruisse la casa della felicità, la stanza più grande sarebbe la sala d'attesa.
JULES RENARD, Journal
3 commenti:
..ogni "età"...può cambiare il senso alla felicità.
..interessante poesia.
ciaoo Vania:)
Bella la poesia, come la riflessione sulla casa della felicità...Credo però che in fondo la felicità stia nel processo di costruzione della casa e dei suoi significati...In qualche modo la felicità è connessa con la fatica, non trovi?
La felicità, ne ho sentito parlare... posso dire con Gesualdo Bufalino. Ma in effetti è vero: la felicità raggiunta costruendola dà maggiore appagamento.
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