JUAN GIL-ALBERT
CURA DEL CAMPO
Le pietre collocate sulle pietre
in questo muro primitivo
e qualche vecchio ulivo.
Non so perché certe cose
che non dicono nulla,
che analizzate con cura sono cose
degne di nulla,
hanno sul mio animo un influsso
di inestinguibile pace.
Si direbbe che sento le mie radici
in questi limiti depurati
che non rappresentano nulla,
nella loro antichità
di un’umiltà tanto salda
come se un’attrazione familiare
mi trattenesse lì.
Come se una voce mi dicesse
dentro di me:
questa fede affascinante
è la povertà.
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Ci sono paesaggi che ci affascinano, che ci calmano, che hanno il potere di farci sentire in armonia. Paesaggi come quello che descrive in questi versi che analizzano il suo stato d’animo il poeta spagnolo Juan Gil-Albert: un semplice muretto a secco nella campagna, alcuni vecchi olivi persi nella solitudine di un luogo arido e deserto hanno la capacità di farlo sentire in pace come un novello San Francesco.
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Ah, lenta violenza della mia vita, / la grazia di un abisso che frastorna, / l’oscuro principio originario / che arrampica con la tua verde linfa alata / il confine smisurato!
JUAN GIL-ALBERT
2 commenti:
...condivido il "pensiero" di questa...così "povera" poesia.
ciaoo Vania
le radici, il ritorno a quello che eravamo, all'essenza di noi - anche se spesso le neghiamo
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