Abbas Kiarostami è un celebre regista iraniano: nel 1997 vinse la Palma d’oro a Cannes con Il sapore della ciliegia. Ma lui dice di essere soprattutto un poeta. I suoi versi hanno il sapore degli haiku, pur non essendo haiku, ma ne incarnano la stessa brevità che condensa emozioni, arrivando all’osso, dopo aver prosciugato tutto ciò che non è indispensabile. C’è chi trova questi versi sublimi, chi banali. Questi che presento sono tratti da Il lupo in agguato – il titolo, tra l’altro, è una delle micropoesie – edito da Einaudi nel 2005 con la traduzione di Riccardo Zipoli. Io propendo più per la seconda ipotesi. A voi il giudizio….
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Chi conosce
il dolore del bocciolo
quando si apre?
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Ho fotografato un albero
ed è arrossito
che ci crediate o no.
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In tua assenza
la giornata
è di 24 ore esatte,
in tua presenza
a volte di meno
a volte di più.
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Dal gracidare delle rane
misuro
la profondità dello stagno.
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LA FRASE DEL GIORNO
Scrivere versi consiste nel combinare le parole dentro la mente nella più totale indipendenza e immediatezza.
ABBAS KIAROSTAMI
5 commenti:
..saranno anche banali..ma credo siano comprensibili a tutti...quindi li trovo sublimi.
...la "poesia" deve anche arrivare a tutti...semplicemente senza grandi fronzoli...un pensiero immediato..ripeto..magari banale..ma immediato.
ciaoo Vania:)
...la terza...mi fa sorridere....l'ultima scontatissima..ma simpaticissima.
Poeti così ce ne sono a mazzi ma non se ne accorge nessuno perché fanno i baristi invece che i registi.
La poesia vera non è né facile né difficile e di quella sublime ce n'è pochissima...
Concordo con Paolo: la differenza sta nella possibilità di espandere i potenziali lettori grazie al "nome". E concordo anche sulla rarità della poesia sublime. Il problema è che non se ne rendano conto tanti poeti.
L'essere facile è per me un difetto più che un pregio, come di certe donne ;-)
Non credo che di poeti così ce ne siano tanti...
Sono versi splendidi
come dicevo, Kiarostami poeta divide...
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