domenica 17 ottobre 2010

Sul terzo pianeta del Sole

 

WISŁAWA SZYMBORSKA

LODE DELLA CATTIVA CONSIDERAZIONE DI SÉ

Una poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.

Uno sciacallo autocritico non esiste.
La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano
vivono come vivono e ne sono contenti.

Il cuore dell'orca pesa cento chili
ma sotto un altro aspetto è leggero.

Non c’è nulla di più animale
della coscienza pulita
sul terzo pianeta del Sole.

(da “Grande numero”, 1976)

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Colpisce duro Wisława Szymborska, colpisce come lei sa, con ironia e con attenzione al senso dell’esistere, sempre in primo piano nella sua poetica, con il gusto dell’elenco di singole particolarità che le è proprio, con l’accettazione piena della vita e del mondo: “qualunque cosa ne pensiamo, spaventati dalla sua immensità e dalla nostra impotenza di fronte a esso, amareggiati dalla sua indifferenza – qualunque cosa noi pensiamo dei suoi spazi attraversati dalle radiazioni delle stelle… – questo mondo è stupefacente” come spiegò nel discorso in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Letteratura del 1996.

Così non ci dobbiamo meravigliare del comportamento degli animali rapaci e delle belve, non ci dobbiamo stupire della loro ferocia, del loro parassitismo, delle loro azioni dettate dall’istinto naturale. Gli animali sono come sono e così devono essere. Ci dobbiamo preoccupare quando questa loro “leggerezza” si sposta nelle nostre coscienze, quando a comportarci come animali – non sto a fare esempi, le cronache delle ultime settimane ne sono già piene – siamo noi uomini e donne. Allora diventiamo “sciacalli” e “belve”, “mostri” da telegiornale. Senza che gli animali ne abbiano colpa, qui, su questa Terra, “terzo pianeta del Sole”.

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Fotografia © Carl Chapman / Alaskan Wildlife

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LA FRASE DEL GIORNO
Non conosco la parte che recito. / So solo che è la mia, non mutabile.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Grande numero




Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.


2 commenti:

Vania e Paolo ha detto...

...argomento molto difficile...

...basterebbe comprendere che..."questo mondo è stupefacente".
ciao Vania

DR ha detto...

Sì, la frase di Wislawa Szymborska ha colpito molti, come ho visto ai commenti a questa pagina su Facebook, non solo me. Molto positiva.