ENRIQUE GRACIA TRINIDAD
SALTANDO DA JACOB A WILHELM GRIMM
- Tutti i passi hanno la forma del passato;
di un passato senza bocca per baciare la sponda
dell'altra esistenza bella che mai si è avuta,
nonostante le gioie del cuore infiammato.
Juan Eduardo Cirlot
di quando ero solo una rana
dello stagno.
Uno strumento in più, e trascurabile,
dell'orchestra di anfibi che cantava alla notte
Una pozza, lo so, più che uno stagno,
ma dopotutto era la nostra casa,
un palazzo di giunchi,
umido focolare, senza sforzo
reso vivibile solamente con il canto,
con nient'altro che con salti e con fango.
Mai mancaron le mosche,
e che piacere guardare i girini
affacciarsi difilato alla vita.
Arrivarono poi le principesse,
con le risa giocose, con le sfere dorate,
che smarrivano solo perché io le trovassi.
A furia di baciarmi e di baciarle
smisi di essere quella rana
e lo stagno iniziò a essere un problema.
Ora giro vestito e scrivo versi,
nello stagno hanno fatto una piscina
ed è tutto pulito.
Saluto con rispetto,
faccio l'amore faccia a faccia,
ed è possibile che un giorno
qualcuno pensi che servo a qualcosa.
Non è male,
ma son stato più felice da rana.
(da Storie per tempi rari, 1995)
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Dissacra Enrique Gracia Trinidad, il poeta spagnolo già incontrato poco tempo fa con “Motivi per scrivere”: prende una classica favola dei fratelli Grimm e vi si intrufola impersonando il rospo che diventa principe dopo il bacio di una principessa. Avvolge la storia con umorismo e ironia, si addentra nella satira, strappa un sorriso qua e là, dapprima dolce, poi amaro. Ci spiega i problemi e i vantaggi della nuova condizione del principe-ranocchio: lo stagno divenuto piscina, l’inutilità dei suoi giorni vuoti, l’educazione “umana”, i saluti, il sesso. Insomma, Gracia Trinidad, che tanto si diverte in questi giochi se ha intitolato Controfavola” l’antologia che raccoglie le sue poesie dal 1973 al 2004, riesce a stravolgere il lieto fine che avevamo appreso da bambini, gettandovi disincanto a palate. E vissero tutti infelici e scontenti.
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Alejandro Jodorowsky, "Fábulas pánicas, 52"
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LA FRASE DEL GIORNO
A volte nella felicità c’è qualcosa di infinitamente triste.
NOËL COWARD
5 commenti:
...intanto ..non dirmi che è tua la foto "meravigliosa"...in testata....dimmi di no....perchè è davvero davvero stupenda.
...se è tua non ti faccio i complimenti.(punto)....:)))
...sarebbero davvero da leggere questa antologia "controfavola"...e da analizzare.
...il mezzo bicchiere pieno...il mezzo bicchiere vuoto.:)
ciaoo Vania
...vedendo la foto...sono andata alla ricerca della tua poesia...
Riflessi nel lago
L'autunno è solo un nome sulle bocche
oggi che nuvole di ovatta sciolgono
nel lago di ardesia i loro riflessi.
Sull'altra riva il verde si dispone
intorno ai Grand Hotel, disegna onde
che seguono leggere i motoscafi.
In questo specchio il cuore non sprofonda,
galleggia come quella prima foglia
appena caduta nell'acqua scura.
:)) ciaooo
la foto non è mia... troppo bella, direi di lasciarla almeno fino alla testata natalizia.
La poesia del ranocchio si può leggere come un contrasto tra ciò che siamo e ciò che eravamo, tra mutamenti che desideravamo e situazioni che poi non ci hanno soddisfatto
..oggi tutta una novità...ho visto la copertina del libro...mi piace !!!!:)
...ho dato una letta...ai vari se si può dire capitoli...
...quando l'avrò...come minimo...te lo spedisco e mi fai la firma...non si sà mai !!!....che mi serva per qualche assegno...;))
complimenti ed in bocca al lupo a tutti Voi.
ciaoo Vania
Grazie
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