Gli incipit, di cui abbiamo già diffusamente parlato in questo post, sono un tema sempre interessante. Perché, prendendo a prestito un verso di Ungaretti, “è sempre pieno di promesse il nascere”: così anche un romanzo ci porge il suo biglietto da visita in quelle prime frasi introduttive.
L’occasione per parlarne ancora viene da una prestigiosa rivista statunitense, la “American Book Review”, che pubblica i 100 migliori incipit di romanzo. Naturalmente, e non poteva essere altrimenti, la classifica è altamente anglocentrica, tanto che l’unico italiano in classifica è Italo Calvino con “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, ad un lusinghiero 14° posto. Lo conoscete? Credo di sì, comunque eccolo qua: “Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino”.
Veniamo ai primi dieci della classifica di “American Book Review”:
1. MOBY DICK di Hermann Melville: “Chiamatemi Ismaele”.
2. ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di Jane Austen: “È verità universalmente ammessa che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi”.
3. L’ARCOBALENO DELLA GRAVITÀ di Thomas Pynchon: “Un grido s’avvicina, attraversando il cielo…”
4. CENT’ANNI DI SOLITUDINE di Gabriel García Márquez: “Molti anni dopo, davanti al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio”.
5. LOLITA di Vladimir Nabokov: “Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi”.
6. ANNA KARENINA di Lev Tolstoj: “Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.
7. FINNEGANS WAKE di James Joyce: “fluidofiume, passato Eva ed Adamo, da spiaggia sinuosa a baia biancheggiante, ci conduce con un più commodus vicus di ricircolo di nuovo a Howth Castle Edintorni”.
8. 1984 di George Orwell: “Era una fresca limpida giornata d'aprile e gli orologi segnavano l'una”.
9. LE DUE CITTÀ di Charles Dickens: “Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l'epoca della fede e l'epoca dell'incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione”.
10. UOMO INVISIBILE di Ralph Ellison: “Io sono un uomo invisibile”.
Poi altri e altri ancora con nomi illustri quali Dostoevskij, Kafka, Faulkner, Hemingway e Fitzgerald e altri più recenti quali Paul Auster, Salman Rushdie, Toni Morrison e Jeffrey Eugenides. L’intera classifica potete trovarla seguendo questo link. Io invece continuo a essere affascinato da incipit come questo: “L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito!”. È “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera e non è neppure in classifica…
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Miniatura medievale
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LA FRASE DEL GIORNO
Sì, tutto potrebbe iniziare così, qui, in questo modo, una maniera un po' pesante e lenta, nel luogo neutro che appartiene a tutti e a nessuno, dove la gente s'incontra quasi senza vedersi, in cui la vita dell'edificio si riprende, lontana e regolare.
GEORGES PEREC, La vita. Istruzioni per l’uso (incipit)
4 commenti:
...bello questo post...ho compreso cosa sia l'Incipit...e come tutti...ricordo...quel lago di Como....:)
...mi dispiace che il tuo libro non sia in classifica...:(...:)...sai che io non l'ho mai letto....e credo sia troppo difficile per me...però dicono "tutti" che è un capolavoro.
...fino a poco fà...quando prendevo un libro...leggevo le prime pagine e se non mi ispiravano...chiudevo...ora sono più "accorta"...cerco di leggerne almeno un po'...ma se non va...non va...incipit o no.
ciaooo Vania
Kundera non è difficile, anzi spiega bene quello che vuol dire. È molto profondo, quello sì. Io gli darei il Nobel
E' evidente che l'incipit è importante per catturar subiti l'attenzione e l'interesse del lettore.
Ricordo che un giorno,incontrando Aldo Busi nell'ufficio di una casa editrice,si lasciò andare ad un commento esagerato, ma in fondo non del tutto peregrino,sostenendo che se l'incipit di un romanzo non era all'altezza, non valeva la pena leggerlo.
La classifica d'incipit americna non mi pare molto entusiasmante.
johnny doe
Johnny Doe, Busi esagerava come sempre, ma certo l'incipit ha una sua importanza. L'essere incentrata prevalentemente sulla cultura anglosassone toglie alla classifica di ABR ogni scientificità, pur tenendo presente che ogni classifica di questo tipo è una scelta soggettiva.
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