Un antico proverbio persiano dice: “se mi dai due pani, ne venderò uno e comprerò giacinti per nutrire la mia anima”. Questa è l’essenza della poesia: la bellezza che serve al benessere dell’anima, l’emozione che spalanca i cancelli al sentimento e permette alle nostre emozioni di correre libere come cavalli nella sconfinata prateria.
La poesia è simile alla meraviglia che proviamo davanti a un paesaggio. Ma la sua bellezza non è automatica: in questo caso ha bisogno di un “medium” per rivelarsi, e questo mezzo è il poeta. L’ispirazione che ha guidato il poeta diventa a sua volta ispirazione per il lettore: e, del resto, secondo Gaston Bachelard, “Il poeta è colui che ha il potere di scatenare il risveglio dell’emozione poetica nell’anima del lettore”. Dunque, la vera poesia non fa altro che comunicare tra il poeta che scrive e il poeta che legge, il poeta che è in ognuno di noi: accende l’interruttore e la luce dell’emozione si spande per la mente, la bellezza si diffonde in noi con la sua forza benefica, ci fa prendere coscienza della sua presenza.
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JUAN RAMÓN JIMÉNEZ
LA POESIA
1
Non toccarla più,
che così è la rosa!
2
Strappo alla radice il cespo,
pieno ancora della rugiada dell'aurora.
Oh che irrigazione di terra
bagnata e profumata,
che pioggia - che accecamento! - di stelle
sulla mia fronte, sui miei occhi!
3
Canzone mia,
canta, prima di cantare;
dà a chi ti ammira prima di leggerti
la tua emozione e la tua grazia;
emana fresca e fragrante da te stessa!
(da "Pietra e cielo", 1919)
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Fotografia © Senet (licenza Gnu)
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LA FRASE DEL GIORNO
Fra l’urlo e il tacere, fra il significato che è tutti i significati e l’assenza di significazione, si alza il testo poetico.
OCTAVIO PAZ, Corrente alterna
Juan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.
2 commenti:
Richiamo di tintinnanti rugiadosi
concerti di pettirossi e fringuelli fra il dischiudersi di timidi fiori di campo fra spighe di grano:
un acceso cespuglio rosso di papaveri, fra il bluette dei non ti scordar di me e il violaceo degli iris e il rosato velluto delle rose canine... la mia anima affamata di ricordi e profumi antichi evapora nei colori.
eh sì, anche questa è poesia...
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