La poesia ha molti punti di contatto con la musica e con la danza. Dobbiamo ricordare che agli albori della letteratura, le elegie dei lirici greci venivano accompagnate con il flauto o con i balli. È di qualche giorno fa il ricordo di Edoardo Sanguineti, poeta che ha fuso musica e poesia. Ed è sempre vivo il dibattito sulla questione se i testi delle canzoni possano essere considerati poesia: io, come Luzi, penso che non lo siano.
Ma diamo voce ai poeti: lasciamo che ci guidino con le loro emozion
i in questi balli sfrenati, che ci portino nella sala avvinti alla nostra dama o al nostro cavaliere…
MARIO LUZI
TANGO
Poi sulla pista ardente
lontanamente emerse
la donna spagnola,
era un'ombra intangibile in un soffio
di musiche viola il suo sorriso.
Percepiva l'accento
della notte col senso melodioso
del suo passo e quel ciclo
di libertà inibita era l'evento
triste della sua vita senza scampo.
(da Avvento notturno, 1938)
.
HERMANN HESSE
GRAN VALZER
Una sala chiara di candele
e suono di speroni e oro d'alamari.
Nelle mie vene pulsa il sangue.
Fanciulla mia, dammi il boccale!
E adesso al ballo! Infuria il valzer;
infiammato dal vino arde il mio petto
avido di ogni piacere non goduto.
Alle finestre nitrisce il mio cavallo.
E alle finestre la notte ammanta
l'oscuro campo. Ci porta di lontano
il vento un echeggiare di cannoni.
Ancora un'ora prima della battaglia!
- Danza più svelto, tesoro, il tempo
dilegua e la tempesta piega i giunchi
che saranno il mio letto questa notte.
Forse letto di morte. - Evviva musica!
Con sorsi ardenti beve il mio sguardo
la bella giovane e rossa vita,
beve senza saziarsi alla sua luce.
Ancora un ballo! Come si estingue con lo splendore
delle candele suono e passione, intreccia mesto
il raggio lunare la sua corona di morti amare.
- Evviva musica! Alla danza vacilla la casa,
strepita concitata la spada alla colonna. -
Alle finestre nitrisce il mio cavallo.
(da Romantische Lieder, 1899 - Traduzione di Mario Specchio)
.
FEDERICO GARCÍA LORCA
DANZA
Nel giardino della Petenera
Nella notte del giardino,
sei gitane,
vestite di bianco,
ballano.
Nella notte del giardino,
incoronate,
con rose di carta
e visnaghe.
Nella notte del giardino,
i denti perlacei
scrivono l'ombra
bruciata.
E nella notte del giardino,
le loro ombre
si allungano,
e raggiungono il cielo
violacee.
(da Poema del Cante Jondo, 1931 - Traduzione di Lorenzo Blini)
..
.
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
Ma se danza, / vedila! tutta l’armonia del suono / scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso / della sua bocca...
UGO FOSCOLO, Le Grazie
Nessun commento:
Posta un commento