Milano è la città dove il Futurismo è nato: è dunque logico che ne festeggi in pompa magna il centenario, dedicandogli mostre, avvenimenti teatrali e mondani e persino il sabato di Carnevale.
Il fulcro delle celebrazioni è però la grande mostra di Palazzo Reale, "Futurismo 1909-2009 Velocità + Arte + Azione", che occupa - ed è un fatto eccezionale - tutto il piano terreno dell'area espositiva con circa cinquecento opere esaustive di tutti i settori dell'avanguardia: dipinti, sculture, disegni, progetti di architettura, scenografie, fotografie, oggetti di design, persino il libro imbullonato di Fortunato Depero.
La mostra risale ai prodromi del Futurismo, presentando i suoi primi sintomi attraverso dipinti di fine Ottocento: il Simbolismo di Alberto Martini, Romolo Romani, Luigi Russolo e Gaetano Previati, l'arte impegnata di Giovanni Pellizza da Volpedo, le sculture plastiche di Medardo Rosso. È da lì che nascono le idee di Umberto Boccioni Carlo Carrà, Giacomo Balla e Gino Severini. Sarà poi Filippo Tommaso Marinetti a codificarle e regolamentarle attraverso il famoso Manifesto del 20 febbraio 1909 su "Le Figaro".
Scendendo nel tempo, l'esposizione scandisce i decenni e le nuove mode artistiche innestatesi sul Futurismo: il Dinamismo plastico degli Anni Dieci introduce l'arte più rappresentativa del movimento, quella di Depero, Sironi, Soffici, Funi e Prampolini; l'Arte meccanica degli Anni Venti, sanciti dalla difficile rinascita dopo la guerra e dal sorgere di governi autoritari, sono esemplificati dai cultori dell'idolo-macchina con opere di Balla, Prampolini, Pannaggi e dei futuristi torinesi; l'Aeropittura degli Anni Trenta porta ancora più avanti il discorso della modernità con i voli alla Icaro premonitori dei bombardamenti e delle battaglie aeree della Seconda guerra mondiale.
Altre sezioni spaziano sull'eredità lasciata dal Futurismo: lo spazialismo di Lucio Fontana, il polimaterismo di Alberto Burri, le composizioni di Piero Dorazio e Mario Schifano.
Molto interessante è la parte dedicata all'architettura, ai progetti della "città nuova" che delineano strutture modernissime, che non sfigurerebbero neppure ora, un secolo dopo, nelle nostre città: Antonio Sant'Elia naturalmente, Mario Chiattoni e Virgilio Marchi. C'è tutta la tensione verso la modernità - vero volgere al futuro - nell'uso di materiali inconsueti come il cartone e le fibre tessili associate ad un nuovo utilizzo del cemento armato, del vetro e del ferro, e nella innovativa scomposizione in livelli delle strade per i pedoni, per le auto e per i tram, generando un costante flusso di movimento.
Nessun aspetto è tralasciato in questa esauriente mostra: la grafica pubblicitaria con i celeberrimi manifesti di Depero, la scenografia teatrale di Balla per "Feu d'artifice" di Stravinskij con il balletto delle luci a tempo di musica, le "parole in libertà" dei poeti caratterizzate dall'uso di vari caratteri tipografici e di inchiostri colorati, il fotodinamismo con fotografie d'autore di Balla e Depero, il cinema futurista qui montato e proiettato.
Insomma, c'è tutto il Futurismo a Palazzo Reale: vi si può cogliere il senso di quell'utopia straordinaria.
Tato, "Sorvolando in spirale il Colosseo (Spiralata)", 1930
Palazzo Reale, Milano
Piazza Duomo, 12
dal 6 febbraio al 7 giugno 2009
Tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30
Lunedì 14.30 -19.30
Giovedì 9.30 - 22.30
Ingresso: Intero € 9,00 - Ridotto € 7,50 - Scuole € 4,50
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LA FRASE DEL GIORNO
Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile?
FILIPPO TOMMASO MARINETTI, Manifesto del Futurismo
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