WILLIAM BUTLER YEATS
LA MASCHERA
Togli quella maschera d’oro ardente
Con gli occhi di smeraldo.
“Oh no, mio caro, tu vuoi permetterti
Di scoprire se i cuori sian selvaggi o saggi,
Benché non freddi”.
“Volevo solo scoprire quel che c’è da scoprire,
Amore o inganno”.
“Fu la maschera ad attrarre la tua mente
E poi a farti battere il cuore,
Non quel che c’è dietro”.
“Ma io debbo indagare per sapere
Se tu mi sia nemica”.
“Oh no, mio caro, lascia andar tutto questo;
Che importa, purché ci sia fuoco
In te, in me?”
(da Responsabilità e altre poesie, 1916)
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Martedì Grasso, l’ultimo giorno di Carnevale nel rito romano: il giorno delle maschere, dell’identità celata, del “semel in anno licet insanire”. Anche quest’anno, come in quello scorso, ci ritrova impossibilitati a festeggiare per le strade e nei locali. Resta la poesia, quella di William Butler Yeats: il Premio Nobel irlandese mette in scena un dialogo d’amanti in cui protagonista è una maschera a rappresentare esteriorità e interiorità. apparenza e realtà.
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FOTOGRAFIA © KONSTANTIN KORESHKOV
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LA FRASE DEL GIORNO
Se non sappiamo immaginarci diversi da come siamo e assumere questo secondo io, non possiamo imporci una disciplina, nonostante che ne possiamo accettare una da altri.
WILLIAM BUTLER YEATS, Autobiografia
William Butler Yeats (Dublino, 13 giugno 1865 – Roquebrune-Cap-Martin, 28 gennaio 1939), poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese. Spesso indicato come W. B. Yeats, fu anche senatore dello Stato Libero d'Irlanda negli anni venti.Fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1923 “per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un'intera nazione”.
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