giovedì 4 giugno 2020

Un sole così insanguinato


JAROSLAV SEIFERT

HO VEDUTO SOLO UNA VOLTA

Ho veduto solo una volta
un sole così insanguinato.
E poi mai più.
Scendeva funesto sull’orizzonte
e sembrava
che qualcuno avesse sfondato la porta dell’inferno.
Ho domandato alla spècola
e ora so il perché.

L’inferno lo conosciamo, è dappertutto
e cammina su due gambe.
Ma il paradiso?
Può darsi che il paradiso non sia null’altro
che un sorriso
atteso per lungo tempo,
e labbra
che bisbigliano il nostro nome.
E poi quel breve vertiginoso momento
quando ci è concesso di dimenticare velocemente
quell’inferno.


(da La colata delle campane, 1967 - Traduzione di Sergio Corduas)

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Un tramonto spettacolare con un sole immenso e rosso che scivola dall’altra parte dell’orizzonte: questa meraviglia, veduta una sola volta, offre l’appiglio al Premio Nobel ceco Jaroslav Seifert per una meditazione sulla drammaticità del vivere accostabile alla “teologia negativa” di Montale – il poeta praghese è nella terza fase della sua poetica, quella più colloquiale e prosastica, resa più libera dall’avanzare dell’età e della fama e si avventura in questa disquisizione sulla vita e sulla morte, sull’inferno e sul paradiso.

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FOTOGRAFIA © HOANTUBE2014
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LA FRASE DEL GIORNO
Ma i poeti? / Sono ossessionati dal desiderio / d’essere uditi anche loro in quel fracasso.
JAROSLAV SEIFERT, La colata delle campane




Jaroslav Seifert (Praga, 23 settembre 1901 – 10 gennaio 1986), poeta e giornalista ceco. Nel 1984 fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura, “per la sua opera poetica che, dotata di grande freschezza, di sensualità e di una ricca immaginazione, fornisce un’immagine liberatoria dello spirito indomabile e della versatilità umana”.

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