GOTTFRIED BENN
RADIO
"- La scienza come tale -"
quando sento cose del genere alla radio,
resto sempre avvilito.
C'è forse una scienza non come tale?
Io non vedo molta natura, di rado vado sui laghi,
giardini sporadicamente, dietro cancelli,
orti e baracche, tutto qua,
dipendo dai surrogati:
radio, giornale, rotocalchi -
come sì può propormi roba simile?
Allora è proprio il caso di dubitare
se questo non sia surrogato di violacciocche,
calore della vita, bacio in bocca, avventure extraconiugali,
tutto quel che dà un po' di lusso all'esistenza
e nel tutto deve pur esserci un nesso!
No, questi processi mentali non fanno per me,
ma ci sono ore piene
in cui da nessuna stazione (onde medie, corte, lunghe, ultraonde)
si sente una voce di donna ("prima si dice no, poi forse, poi sì"),
sempre soltanto queste sentenze pedagogiche,
in realtà è tutto prodotto da un maschio al tavolino
quel che l'Occidente chiama le sue cose più alte -
ma io, come ho detto, sono per le avventure extraconiugali!
«- antichi patrimoni culturali sarebbero del tutto scomparsi -»
(e beh?)
«- le voci del passato - »
(per me!)
«- nella località del Nuovo Messico
i farmer benedicono le loro bestie, i campi
con questi canti -»
(tanto piacere,
ma quanto a me io non metto quasi piede fuori del Brandeburgo).
Stiamo ascoltando il professor Salem Aleikum,
il cronista è lì che gli fa gli occhi dolci:
«il professore è disteso sulla terrazza della sua casa
col liuto in mano
e canta le antiche ballate» -
probabilmente su un'ottomana,
con acqua e ghiaccio accanto,
confuta ipotesi, ne emette di nuove -
I maggiori fiumi del mondo
Nilo, Brahmaputra o che so io,
sarebbero troppo piccoli per affogare tutti questi
professori -
Io non ho campi, non ho bestie,
niente che mi benedica, è tutta una maledizione,
ma questi professori
insegnano a tutto volume
insegnano da tutti i pori
e ne fanno ambiente culturale.
(da Giorni primari, Il Saggiatore, 1981 – Traduzione di Anna Maria Carpi)
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Non c’era ancora la televisione quando il poeta tedesco Gottfried Benn scrisse questi versi. Benn, espressionista, nichilista e pessimista, visse una breve fascinazione per il nazionalsocialismo, che poi mise al bando le sue opere come “arte degenerata” tanto che lui così ne scrisse “Il tutto mi comincia ad apparire come una sceneggiata che annuncia sempre il Faust ma la troupe è appena sufficiente per un'operetta. Con quali toni grandiosi ha esordito e come appare schifoso oggi!”. Comunque, Benn mette alla berlina come in un dipinto di Otto Dix quei professoroni che parlano alla radio, quegli intervistatori che li adulano (non vi ricorda le scene dei virologi alla televisione viste in questi ultimi mesi?)
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KURT GÜNTHER, "IL RADIOISTA", 1927
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LA FRASE DEL GIORNO
L'essenza della poesia è riserbo infinito.
GOTTFRIED BENN, Lo smalto sul nulla
Gottfried Benn (Mansfeld, 2 maggio 1886 – Berlino, 7 luglio 1956), poeta, scrittore e saggista tedesco. Formatosi nel clima dell’Espressionismo, virò verso un Decadentismo fortemente venato di un nichilismo che coltivò maggiormente dopo il dissidio con il nazionalsocialismo, cui aveva aderito ai primordi e che gli vietò qualsiasi attività letteraria, considerando la sua “arte degenerata”
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