La dolcezza di aprile, il suo tepore, la prima adolescenza della natura sono i protagonisti di questi versi dedicati al mese delle fioriture e della Pasqua da due poeti del Novecento italiano, un quasi leopardiano Franco Matacotta e un limpido Libero De Libero.
FRANCO MATACOTTA
IN QUESTO SPARSO ODORE DI GIACINTO
Ancora viva nella pura luce
della sera d’aprile, ancora viva,
luna?
Così fragile sei nell’aria tersa
che fa vibrare i teneri trifogli
ed allontana il suono delle trombe
sulla piana notturna, luna ignara,
in questo sparso odore di giacinto
cancelli ogni memoria e sulla nuda
petrosa terra, tu sola viva, luna.
(da Naialuna, Edizioni amici della poesia, 1948)
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LIBERO DE LIBERO
PER UN APRILE
Il sole è un’arida pietra
stamane e per me si ripete
il tempo di rondini
novelle di altri paesi
come acqua fresca alla mano.
E gli orti e il cielo implume
nel fievole vento dissennati
assaporano l’aria,
già trasale il mio sonno
pensato per l’ombra d’una quercia.
(da Solstizio, Quaderni di Novissima, 1936)
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LA FRASE DEL GIORNO
Fuggevoli le ore / che il materassaio batte / da un nascosto cortile / fuggevole è l’aprile.
ATTILIO BERTOLUCCI, Viaggio d’inverno
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