JORGE CARRERA ANDRADE
L’OGGETTO E LA SUA OMBRA
Architettura fedele del mondo,
realtà, più completa del sogno.
L’astrazione muore in un secondo:
basta soltanto uno sguardo corrucciato.
Le cose. Ossia la vita.
Tutto l’universo è presenza.
L’ombra incollata all’oggetto
forse trasforma la sua essenza?
Liberate il mondo - questa è la chiave -
dai fantasmi del pensiero.
Che l’occhio attrezzi la sua nave
per una nuova scoperta.
(da Registro del mundo, 1939)
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La necessità di cogliere l’universo, di comprenderlo come un osservatore, come un esploratore è alla base di questi versi del poeta ecuadoriano Jorge Carrera Andrade: è una costante della sua poetica questa rincorsa del reale, questa ricerca della struttura recondita che sta dietro le cose, al di là del pensiero, come appare da questi altri versi: “Senza memoria di bussola né di idiomi terrestri, / spronato di cielo, / guadando solitudini senza fiumi, / attraverso la muta geografia del pianeta”. Il compito del poeta dunque è quello di lasciarsi attraversare dalle immagini per trasfigurarle con la grazia delle metafore, le chiavi del linguaggio.
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GIORGIO MORANDI, “COMPOSIZIONE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Vengo dal mondo – oh, grande sogno! / e una mappa si srotola nella mia voce.
JORGE CARRERA ANDRADE
3 commenti:
...un 'ottima spiegazione.....aggiungo solo...:
http://ideafotografata.blogspot.it/2011/11/ideafotografata12.html
ciaoo Vania:)
La trasfigurazione della realtà con l'arte del poeta...Magnifico!
la poesia è l'unico grimaldello con il quale si può tentare di aprire la porta del mistero
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