BLAS DE OTERO
PENNE
Ho in mano uno scettro
viola, verde, rosso.
Con lo scettro in resta entro
nella carta e scavo un fosso.
Il mio scettro dice, parla, canta
con la sua punta luminosa:
in mezzo alla carta pianta
una rosa luminosa.
Tra le mie dita si muove,
lo faccio scivolare tra le dita
come una spada di neve
in mezzo ai margini.
Il mio scettro canta, parla, dice
quello che voglio alla carta
io lascio che scivoli
sulla carta - faccia lui!
E vale più della mia mano,
perché la mia mano è silente;
ma parla, e non parla invano,
la mano non dice niente.
Grazie ad esso, verso la mia anima,
quando è triste
e quando regna la calma.
La mia mano e il mio scettro in resta.
Le devo la parola scritta,
le devo così tanto
che le lascio aprire
il mio cuore: e così canto.
Ho qui la penna verde,
gialla, viola, rossa.
Parla da sola, arde e splende
La mia mano non dice nulla.
4-3-1969
(da Fogli di Madrid, 2010)
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Il poeta spagnolo Blas de Otero vede la grande importanza della penna come strumento, il potere che riveste la scrittura. Otero sembra aver presente il cosiddetto "indovinello veronese", uno dei primi testi scritti da un amanuense in lingua volgare, a margine di un testo liturgico e risalente all'VIII-IX secolo: "Se pareba boves / alba pratalia araba / et albo versorio teneba / et negro semen seminaba" (Teneva davanti a sé i buoi / arava bianchi prati / e aveva un bianco aratro / e un nero seme seminava). Eppure, anche la penna perde il suo potere, ora che è soppiantata dalle tastiere fisiche o virtuali. Resta comunque sempre un piacere stringerne una tra le dita, magari una stilografica, e tracciare segni, lasciare che traduca in inchiostro i pensieri.
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FOTOGRAFIA © COTTONBRO STUDIOS
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LA FRASE DEL GIORNO
Io penso effettivamente con la penna, perché la mia testa spesso non sa nulla di ciò che scrive la mia mano.
LUDWIG WITTGENSTEIN, Pensieri diversi
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Blas de Otero Muñoz (Bilbao, 15 marzo 1916 – Madrid, 29 giugno 1979), poeta spagnolo. Esponente della Generazione del '36, segue la corrente poetica chiamata "poesia sradicata" attraverso la quale gli autori esprimono il proprio disagio e malessere nei confronti di un mondo che appare caotico e doloroso e nel quale non si riconoscono.

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