JOAQUÍN GIANNUZZI
ATLETA ALLA TRAVE
Il cervello si nasconde ma determina
le traiettorie feline del corpo
spostando il baricentro,
un pendolo teso
in un’area elastica e aerea.
Trattenendo il respiro
nell’ombra seguiamo
la cerimonia culturale del corpo
al centro della luce,
librato in sé stesso,
come linee di forza che eseguono
una coreografia creata
per la sua struttura. Vediamo
come le vivaci sollecitazioni dei muscoli
trattengano l'energia
per tendere l'arco
e descrivere un agile cerchio
il cui centro è la mano
e poi un altro per ciascun piede.
Fino a che tutto l’insieme si stacca
dall’attrezzo, dal suo punto
di riferimento e ruota
sul suo asse orizzontale per ritornare a terra
nella rapida parabola finale.
Un’ovazione e cade come un gatto.
(da Principi d’incertezza, 1980)
.
In Giochi olimpici, altra poesia della raccolta Principi d’incertezza, il poeta argentino Joaquín Giannuzzi scrive: “Davanti al mio pesante scheletro intellettuale / schiacciato al pianeta come un morto ben educato, / la piccola atleta salta, lucidando / in ogni giro spaziale / la sua scintilla di raffinata materia”. Ad affascinarlo è quella leggerezza che però è espressa dalla forza muscolare, capace di tramutare la potenza in grazia.
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FOTOGRAFIA © MARTIN RULSCH/WIKIPEDIA
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LA FRASE DEL GIORNO
Non aggiungere. Non distorcere. / Non cambiare / la musica del luogo. / La poesia è ciò che si vede.
JOAQUÍN GIANNUZZI, Segni di una causa personale
.
Joaquín O. Giannuzzi (Buenos Aires, 29 luglio 1924 - Campo Quijano, 26 gennaio 2004), poeta e giornalista argentino. La sua poesia descrive il mondo reale, un mondo dove il senso drammatico della vita acquista consistenza e gli oggetti rivelano la dote centrale della loro nudità.
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