sabato 10 aprile 2021

L’inquieta scelta


ROBERT FROST

LA VOCE DEGLI ALBERI

Gli alberi, mi domando.
Perché vorremmo sentire
Il loro fruscìo per sempre
Più di ogni altro rumore
Vicino a dove abitiamo?
Nel giorno noi li subiamo
Finché ogni misura di moto
E di fissità nella gioia
Perdiamo, e ascoltiamo assorti.
Son essi quel che di andare
Parla e mai non si muove;
e tuttavia ne parla benché sa,
crescendo nel senno e negli anni,
che adesso intende restare.
Punto i piedi sul pavimento,
sulla spalla reclino la testa,
se a volte li osservo ondeggiare
dall’uscio o dalla finestra.
Per qualche dove io partirò,
l’inquieta scelta farò
un giorno che stormiranno
agitati da far trasalire
le bianche nubi su loro.
Io avrò meno da dire,
ma me ne andrò.

  (da Mountain Interval, 1916 - Traduzione di Giovanni Giudici)

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La voce degli alberi è la poesia di Robert Frost che legge la tensione tra il desiderio e l’azione, tra la voglia di abbandonare tutto e partire e lasciare invece le cose come stanno. Lo suggeriscono quegli alberi che ondeggiano al vento e stormiscono e sembrano sempre sul punto di partire mentre in realtà sono saldamente ancorati al terreno: è un’immagine apparentemente ipocrita, ci dice il poeta statunitense, visto che “parlano di andare e mai se ne vanno”, ma in realtà, con il trascorrere degli anni, quella forza, quel conflitto tra il desiderio e la stasi tende a smorzarsi, a far pendere la bilancia verso la seconda.

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FOTOGRAFIA © PUBLICDOMAINPICTURES

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LA FRASE DEL GIORNO
Nessuno può sostenere sul serio che l'estasi ha da essere statica e fermarsi in un solo luogo.
ROBERT FROST, La figura che la poesia crea




Robert Lee Frost (San Francisco, 26 marzo 1874 – Boston, 29 gennaio 1963), poeta statunitense, vincitore di quattro Premi Pulitzer. Le sue poesie, attraverso la raffigurazione con una notevole padronanza del linguaggio colloquiale della vita rurale del New England all’inizio del ‘900, indagano temi sociali e filosofici. La strada non presa è la sua poesia più celebre.


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