GIOVANNI GIUDICI
DAL CUORE DEL MIRACOLO
Parlo di me, dal cuore del miracolo:
la mia colpa sociale è di non ridere,
di non commuovermi al momento giusto.
E intanto muoio, per aspettare a vivere.
Il rancore è di chi non ha speranza:
dunque è pietà di me che mi fa credere
essere altrove una vita più vera?
Già piegato, presumo di non cedere.
(da La vita in versi, Mondadori, 1965)
.
Prigioniero di una società in cui appare come un pesce fuor d’acqua – la poesia è degli Anni ‘60 ma potete attualizzarla con i social e i troll, i leoni da tastiera e gli haters, con la televisione che langue nel marcio pantano dei Grandi Fratelli e dei programmi contenitori urlati e pieni di vuoto – il poeta Giovanni Giudici rivendica la sua posizione nell’attesa di un possibile o impossibile superamento del banale.
.
DIPINTO DI OTTO DIX
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Essere umani può anche significare rassegnarsi. / Ma essere più umani è persistere a darsi.
GIOVANNI GIUDICI, O beatrice
Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.
Nessun commento:
Posta un commento