sabato 24 settembre 2016

Nel petto dei nostri sogni

 

ODYSSEAS ELYTĪS

IL MELOGRANO PAZZO

Fantasia mattutina
con domande a pèrdre haleine

In questi bianchi cortili dove soffia lo scirocco
Fischiando tra gli archi dei portici, ditemi è il melograno pazzo
Che sussulta nella luce diffondendo la sua fruttuosa risata
Con sussurri di vento e capricci, ditemi è il melograno pazzo
Che palpita nel fogliame nato all’alba
Schiudendo in alto tutti i colori con brividi di trionfo?

Quando nei campi si svegliano nude le ragazze e
Mietono con bionde mani i trifogli
Vagando nei loro estremi sonni, ditemi è il melograno
Che senza sospetto mette nei freschi canestri le luci
Che fa traboccare di cinguettii i loro nomi, ditemi
È il melograno pazzo che combatte contro le nuvole del mondo?

Nel giorno che per gelosia si adorna di sette forme di piume
Cingendosi del sole eterno con mille prismi
Abbaglianti, ditemi è il melograno pazzo
Che  afferra una criniera in corsa con cento frustate
Mai triste e mai crucciato, ditemi è il melograno pazzo
Che annuncia la nuova speranza che sorge?

Ditemi, è il melograno pazzo che saluta da lontano
Agitando un fazzoletto di fogliame di fresco fuoco
Un mare partoriente con mille e mille velieri
Con onde che mille e mille volte si agitano e vanno
In spiagge insospettate, ditemi è il melograno pazzo
Che fa cigolare il sartiame nel cielo trasparente?

In alto con il grappolo azzurro che si accende in festa
Fiero, sfidando il pericolo, ditemi è il melograno pazzi
Che irrompe con luce nel mondo e fa a a pezzi il maltempo del demonio
Che da una parte all’altra stende lo scialle ocra del giorno
Ricamato di semenze di canti, ditemi è il melograno pazzo
Che sbottona in fretta l’abito in seta del giorno?

Nella veste del primo aprile e nelle cicale di mezzo agosto
Ditemi, chi gioca, chi si adira, chi lusinga
Scuotendo dalla minaccia le sue brutte tenebre
Riversando in grembo al sole inebriati uccelli
Ditemi, chi apre le ali nel petto delle cose
Nel petto dei nostri sogni profondi, è il pazzo melograno?

(da Orientamenti, 1940 – Traduzione di Paola Maria Minucci)

 

“Questo è in fondo la poesia, l’arte di avvicinarci a ciò che ci oltrepassa” scriveva il poeta greco Odysseas Elytīs nel discorso all’Accademia Svedese in occasione del discorso per l’assegnazione del Premio Nobel 1979. È dentro questo mondo che è contenuto l’altro mondo ed è con gli elementi di questo mondo che si ricompone “l’oltre”, la seconda realtà collocata al di sopra di questa nella quale viviamo contro natura. È una realtà a cui abbiamo diritto e alla quale non abbiamo accesso a causa della nostra incapacità E questa realtà superiore, questo paese onirico, è proprio quello dove regna il melograno pazzo, “nel petto dei nostri sogni profondi”.

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Melagrana

 

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LA FRASE DEL GIORNO
Ho iniziato lentamente a tessere parole come gemme preziose con cui ricoprire il paese che amavo.
ODYSSEAS ELYTĪS, Piccolo marinaio




Odysseas Elytīs, pseudonimo di Odysseas Alepoudellīs (Candia, 2 novembre 1911 – Atene, 18 marzo 1996), poeta greco, tra i maggiori Surrealisti, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1979 per “il desiderio di libertà intellettuale e sviluppo della creatività, che traspare dalla sua poesia”.


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