LUIGI FIORENTINO
SERA DI SIENA
Sera dolce di Siena, accesa perla
nel mantello spiegato di Salvani.
Lanciato nel falcetto della luna
immenso stelo è il Mangia nella piena
fuggente delle trifore, ed occhio
sui castelli dispersi tra gli ulivi.
Sera di Siena: vàga una preghiera
e all'abbaglio del néon sbandierano
le gonne calde musiche di carni.
Quando la luna ride, e illividisce
le strade scese d'alto, tu: mio cuore
o quando neve infabula le chiese
o il vento d'Arbia porta a scroscio pioggia
e nell'aria di guerra dopo il Palio.
(da Basalto, Siena, Maia, 1953)
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I critici mettono in risalto la classicità dei versi di Luigi Fiorentino, poeta nato in Sicilia ma senese d’adozione: traspare anche in questa elegia dedicata alla città tanto amata, la sua classicità così moderna, aggiornata nel trascorrere delle immagini quasi che la poesia fosse un trailer cinematografico o un corto che mette in fila le meraviglie di Siena. Si può immaginare la macchina da presa restringere il campo fino alla celebre piazza, focalizzarsi sulla torre, poi scendere nelle luci dei locali da ballo e ancora riprendere dall’alto la città, presentarne i volti diversi nel corso delle stagioni. Una amorosa dedica, non c’è dubbio.
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FOTOGRAFIA © ARTEIDE
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LA FRASE DEL GIORNO
Uno è di dove si sente meglio.
LUIS SEPÚLVEDA, La frontiera scomparsa
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