CLÉMENT MAROT
AD ANNA, CHE GLI GETTÒ DELLA NEVE
Anna per gioco mi gettò della neve,
che trovai fredda, senz’alcun dubbio:
ma era fuoco, e n’ebbi prova,
ché ne avvampai, di soprassalto.
Visto che il fuoco s’annida quieto
sotto la neve, quale riparo potrò
trovare dalle sue fiamme? Anna,
solo il tuo incanto potrà placarle
(io ben l’ho inteso: ghiaccio, neve,
acqua valgono a nulla) se al loro ardore
anche tu cedi, com’io ho ceduto.
(da Epigrammi)
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Una aggraziata poesia che viene dal Cinquecento francese: una ragazza che lancia una palla di neve al poeta, il quale dentro quel gelo, quel freddo contatto trova invece il caldo dell’amore, l’ardore delle sue fiamme che lo divorano perché non è riamato. I protagonisti di questo gioco sono Anna d’Alençon e il raffinato poeta Clément Marot, che traghettò la poesia francese dal Medioevo all’età moderna, generando una schiera di imitatori.
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MAESTRO VENCESLAO, “BATTAGLIA A PALLE DI NEVE”
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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore allo stato puro è quello non corrisposto.
ALESSANDRO MORANDOTTI, Minime
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