VITTORIO SERENI
UN RITORNO
Sul lago le vele facevano un bianco e compatto poema
ma pari più non gli era il mio respiro
e non era più un lago ma un attonito
specchio di me una lacuna del cuore.
(da Gli strumenti umani, 1963)
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Abbiamo celebrato pochi giorni fa il centenario della nascita di Vittorio Sereni. Ma ecco che ci è rimasta appiccicata alle dita ancora una sua poesia: quattro soli versi di un’eleganza notevole per raccontare lo stato d’animo provato in uno dei tanti ritorni da Milano a Luino, sua città natale. È facile immaginare il Lago Maggiore, scorgere la sponda opposta, e quest’uomo alla balaustra con il vento che gli spettina i capelli e gli gonfia la giacca impeccabile. C’è tutto in una sola quartina: le radici, la consapevolezza di essere lontano e quindi di appartenere ancora e allo stesso tempo di non appartenere più a quel luogo, come un esule.
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DEREK HARE, “SUMMER HAZE”
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LA FRASE DEL GIORNO
Improvvisa ci coglie la sera. / Più non sai / dove il lago finisca; / un murmure soltanto /sfiora la nostra vita / sotto una pensile terrazza.
VITTORIO SERENI, Frontiera
Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.
3 commenti:
Molto … serena… anzi composta, nella sua mestizia…
Bella…
:)
...la trovo molto dolce.
bello..."gli strumenti umani"
ciaoo Vania:)
Sereni era un grande...
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