KENNETH WHITE
PUŠKIN 1837
Le notti bianche di San Pietroburgo
leggendo Descrizione della Kamčatka
di Krasheninnikov
quei fiumi:
l'Avačha
l'Amschigač
lo Schiaktaou
l'Ouikoal
quei nomi
quella lingua, quello spazio
(con una realtà così potente
non c'è bisogno d'essere "poetici")
che maledetta seccatura
dover lasciare tutto
per un duello con un idiota.
(da Le passage extérieur, 2005)
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L’8 febbraio del 1837 alle quattro di pomeriggio il poeta e scrittore russo Aleksandr Puškin si batteva alla Čërnaja Rečka, a Pietroburgo, dopo aver sfidato a duello un ufficiale alsaziano divenuto suo cognato da neanche un mese, Georges d’Anthès, che lettere anonime sempre più frequenti gli segnalavano come amante della moglie Natalia. Il duello era alla pistola: il colpo di Puškin colpì un bottone e fu deviato, quello di d’Anthès centrò il ventre del poeta. La ferita si rivelò molto grave e Puškin morì due giorni dopo, non ancora trentottenne. Il poeta scozzese – ma ormai francese d’adozione - Kenneth White mette in scena la drammatica uscita di scena di Puškin: è evidente l’amarezza di una morte così inutile, la perdita non solo della vita, ma di tutte le opere che avrebbe potuto ancora scrivere se il proiettile di d’Anthés fosse andato a vuoto.
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PUŠKIN DOPO IL DUELLO © MASTER AND MARGARITA
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LA FRASE DEL GIORNO
I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio universo.
KENNETH WHITE
Kenneth White, (Glasgow, 28 aprile 1936), poeta, scrittore e saggista scozzese. La sua poetica è basata su nozioni chiave come il nomadismo intellettuale e lo porterà a creare la geopoetica, tentativo di “ripristinare e arricchire il rapporto Uomo-Terra da tempo interrotto”.
2 commenti:
...interessante la frase nella poesia tra le parentisi..."la colora/smorza"....e la rende ancor più secondo me..."comprensibile/chiara".
ciaooo Vania
proprio così: il poeta entra nella poesia per riferire il suo punto di vista.
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