mercoledì 22 febbraio 2012

Il bambino perduto

 

JUAN COBOS WILKINS

SENZA BAGAGLIO

Ti sei preso tutto, Bambino Perduto,
con te. I giochi
a inventarsi parole, l’abbraccio
azzurro dell’accappatoio caldo, l’ortografia
di liquirizia nelle mia cassetta delle lettere, la fionda
trovata nella coperta
matrimoniale dei miei genitori e quelle
attese insopportabili
che finivano – scusa – con dei fiori
che lasciavano intravedere la dolce finzione
dei petali nascosti dietro la schiena.

Tutto se ne va
con te in questo paese
dove tu voli adesso
e dal quale io ritorno.

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Il tempo che fugge inesorabile secondo il detto di Virgilio, il tempo che scorre e quasi non te ne rendi neanche conto - “vent'anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi più” cantava Francesco De Gregori – il tempo che ci mette a confronto con i nostri ricordi perduti e sempre più lontani, il tempo protagonista in questi versi di Juan Cobos Wilkins, giornalista spagnolo, critico letterario di El País e curatore fino al 1995 della Casa-museo di Juan Ramón Jiménez a Moguer. Anche lui ha il suo Bambino Perduto, come noi: quello che giocava con i trenini, con le macchinine e con i Lego, quello che correva nei prati ad esplorare il mondo, che scopriva paradisi fantastici nei solai e nei cassetti, quello che poi è cresciuto e ha atteso con un mazzo di fiori che una ragazza arrivasse finalmente per uscire insieme… Dolce e triste poesia, come dolci e tristi sono tutte le cose perdute.

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SIR THOMAS LAWRENCE, “IL RAGAZZO ROSSO”

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LA FRASE DEL GIORNO
È un prodigio: l'attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via – e improvvisamente rivola indietro, in grembo all'uomo. Allora l'uomo dice “Mi ricordo”.
FRIEDRICH NIETZSCHE, Considerazioni inattuali




Juan Cobos Wilkins, pseudonimo di Juan Cobos Rincón (Minas de Riotinto, 1957), poeta e scrittore spagnolo. È critico per El País, nel suo supplemento culturale Babelia, e per la rivista Turia  Dirige inoltre la rivista di letteratura e arte Con Dados de Niebla e la Collezione di poesie Juan Ramón Jiménez.


3 commenti:

Vania ha detto...

...bella anche la frase del giorno.


...secondo me ...le tristezze più grandisono invecchiare senza avere dei ricordi.
....non ricordare....lo "scherzo" che fa molte volte la vecchiaiaia.

ciaooo Vania

Vania ha detto...

le tristezze più grandisono invecchiare senza avere dei BEI ricordi.

DR ha detto...

i ricordi sono il nostro paradiso, basta non abusarne