OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM
DI QUESTO CORPO CHE M’È DATO
Di questo corpo che m’è dato, che ne farò?
Che ne farò di questo dono unico e intimo?
Ditemi chi debbo ringraziare? A chi
esser grato della tacita gioia di respirare ed esistere?
Sono un giardiniere e anche un fiore,
in questo mondo-prigione non son solo,
sui vetri dell’eternità
già si è posato il mio caldo respiro.
Suggello di me,
sarà come un ricamo inconosciuto.
Trascorra il sedimento dell’istante –
il caro segno non si cancellerà.
.
L’acmeismo è un movimento letterario che venne soffocato nel suo primo vigore dallo svilupparsi della Rivoluzione d’Ottobre: il nuovo classicismo di questi autori russi opposto all’ormai decadente simbolismo non aveva la forza per resistere all’ideologia rivoluzionaria. Ma Gumilev, Anna Achmatova e Osip Mandel’štam su tutti seppero per quel breve periodo elevare il loro canto nel nuovo stile caratterizzato dalla chiarezza rappresentativa e dall’elaborazione della forma e del verso. Osip Emil’evič Mandel’štam, nato nel 1891 a Varsavia, allora città dell’Impero Russo, soffrirà come Gumilev – fucilato – e la stessa Achmatova, la dura repressione bolscevica: finirà vittima delle purghe staliniane in un gulag siberiano nel 1938. Possiamo apprezzare in questa sua poesia la chiarezza stilistica di cui si è detto a proposito del movimento acmeista, alla quale Mandel’štam aggiunge una particolare sensibilità: le immagini da lui scelte per raffigurare il nostro transito terrestre sono terse come cristalli.
.
VORONEŽ, MONUMENTO A MANDEL’ŠTAM © DMITRY BULGAKOV
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Povero colui, che solo a metà vivo / l’elemosina chiede alla sua ombra.
OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM
Osip Ėmil'evič Mandel'štam (Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938), poeta, letterato e saggista russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane: arrestato per una critica a Stalin e condannato ai lavori forzati in Siberia, morì nel campo di transito di Vladivostok.
4 commenti:
...devo dire che mi piace molto questa poesia ...la formulazione e ciò che rappresenta.
...senza dubbio...trasparente/limpida e dai "grandi riflessi" anche la frase del giorno.
ciaooo Vania
"Sono un giardiniere e anche un fiore" è il verso che più risalta: la frase del giorno è una conseguenza logica di questa presa di coscienza
Mi piace molto quando parla della gioia di respirare. Gli orientali parlano della zona sotto l'ombelico come di un altro cervello e sembra che respirare fino alla pancia porti gioia ed equilibrio...
"sui vetri dell’eternità
già si è posato il mio caldo respiro..."
Un'immagine che si costruisce poco a poco...
Posta un commento